Genova. Si sarebbe appropriato complessivamente di oltre mezzo milione di euro attraverso ripetuti prelievi dai conti correnti dei suoi assistiti, in particolare una persona disabile per il quale era stato nominato dal Tribunale di Genova amministratore di sostegno e una ventina di minorenni dei quali era stato nominato tutore proprio dal Tribunale dei minori di Genova. E’ questa la tesi della procura di Genova che ha ottenuto dal gip gli arresti domiciliari per l’avvocato Roberto Mina, 64 anni.
La misura è stata disposta dal gip Nadia Magrini su richiesta del pubblico ministero Paola Calleri. L’inchiesta è stata condotta dalla sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Genova (aliquota polizia di stato) dopo la segnalazione arrivata dal giudice tutelare di palazzo di giustizia a cui si era rivolta una zia del disabile per il quale l’avvocato Mina avrebbe dovuto curare gli interessi. Invece per ben otto anni Mina avrebbe sistematicamente sottratto denaro che era invece destinato proprio al mantenimento del suo assistito.
Da lì poi sono emersi parecchi altri casi, le cui vittime sono tutte minorenni. In uno di questi la somma complessivamente sottratta ammonta a 62 mila euro attraverso numerosi prelievi dal conto corrente intestato al minore andati avanti per 5 anni. Il reato ipotizzato è quello di peculato, visto che l’amministratore di sostegno è giuridicamente un pubblico ufficiale e le somme sottratte erano in molti casi provenienti da indennità o pensioni di invalidità erogate da enti pubblici.
Questa mattina gli ufficiali della polizia giudiziaria hanno perquisito l’abitazione dell’avvocato ed è stato anche disposto il sequestro preventivo di beni equivalenti a quando sottratto. Le indagini vanno avanti per vedere che non ci siano altri casi non emersi in questa prima fase delle indagini.
“In una città che invecchia progressivamente e in cui parallelamente cresce il disagio – spiega il procuratore capo Francesco Cozzi – in questi tre anni e mezzo sono anche cresciute le amministrazioni di sostegno che sono oggi circa 7 mila. Rappresentano una tutela per le persone in difficoltà e quest’indagine vuole essere un segnale forte rispetto all’attenzione che questa Procura ha per le fasce deboli, che si tratti di anziani, minori o persone disabili. Occorre che in questi casi la gestione dei loro interessi sia sempre rigidissima”.