Alleanze

Il laboratorio Liguria e la “fine del centrodestra”: “Noi esempio per gli altri”

Tutti uniti. Il laboratorio ligure rimarrà solamente un ardito esperimento, quasi di fantascienza?

D-Day della Lega a Bologna
Foto d'archivio

Liguria. Il laboratorio ligure rimarrà solamente un ardito esperimento, quasi di fantascienza? Sul dilemma in questi giorni ad interrogarsi sono gli elettori e gli esponenti del centrodestra. Perché ad un anno e mezzo dalla vittoria quella compagine unita, dalla Lega Nord ai centristi, non solo trova difficoltà a superare l’appennino, ma rischia di rimanere un caso isolato. Almeno a livello nazionale, dove il leader della Lega Matteo Salvini si dice pronto a correre in solitaria alle urne, dichiarando defunti il centrodestra e l’alleanza con Forza Italia.

Ma in Liguria, spiegano da più parti, non si avverte nessuno scricchiolio. “Qui – spiega il segretario regionale della Lega Edoardo Rixi – governa Toti, non Berlusconi. E per noi Toti è un ottimo interlocutore; Berlusconi lo è stato a lungo, ma ultimamente predilige parlare con Renzi. Tuttavia non vedo problemi politici a livello regionale.
Come dimostra la Regione Liguria è invece possibile essere alternativi al centrosinistra anche laddove questo è sempre stato molto forte”.

E allora, forse, a diventare fantascienza sono solo le vecchie categorie politiche. “In questo momento, come dice Salvini, questi campi non hanno molto senso. Ci sono due modelli di sviluppo diversi: uno legato alla finanza, alla Merkel, all’Europa; l’altro legato all’industria, alla produzione, alla lotta all’immigrazione indiscriminata. Noi stiamo con il secondo: chi ci ama ci segua”.

E Forza Italia? Qui, almeno, tira dritto. “Questa situazione – conclude il presidente della Regione Giovanni Toti – non mi preoccupa a livello regionale, perché siamo un esempio per gli altri. Ma neppure a livello nazionale, perché sono sicuro che correremo insieme alle elezione per andare a governare questo Paese”.

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