Genova. “Se è per quello ci si ammala anche prima e dopo”. Valerio Gennaro, referente dell’associazione Medici per l’Ambiente ed epidemiologo dell’Ist commenta, scoraggiato, le parole di Ettore Pagani.
Pagani, ex direttore generale del Cociv, manager del cantiere ligure del Terzo Valico, in un’intercettazione della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta genovese sulla corruzione nelle grandi opere, rispondendo a un interlocutore sui rischi legati alle tracce di amianto rilevate in alcuni scavi, afferma: “La malattia arriva tra trent’anni”. L’intercettazione, relativa al 2015, non era contenuta nell’ordine di custodia cautelare firmato dal gip di Genova a ottobre, ma fa parte di atti d’indagine trascritti dai finanzieri.
Nella frase a dir poco infelice di Pagani (una frase che fa tornare alla mente i dialoghi divertiti degli imprenditori pronti a lucrare sul disastro del terremoto dell’Aquila) il riferimento è al mesotelioma pleurico, un tumore non guaribile che si sviluppa, appunto, parecchi anni dopo che micro-filamenti di amianto si depositano nei polmoni di chi li ha inalati. I dati più recenti, quelli rilevati fra 1994 e 2008, contenuti nell’ultimo quaderno diffuso dalla sanità regionale, dicono che in Liguria, in quel periodo, si sono registrati 1396 casi di mesotelioma.

“Il punto è che i rischi per la salute di cittadini e lavoratori, oltre che per l’ambiente – afferma Valerio Gennaro – non si limitano al mesotelioma che, anzi, è la malattia più rara e con un tempo di incubazione di 45 anni di media. Pensiamo, piuttosto ad altri cancri, agli incidenti sul lavoro, all’inalazione da parte degli operai del diesel, cancerogeno, sprigionato dai macchinari nei cantieri”. “Sarebbe interessante – continua il portavoce di Medici per l’Ambiente – cogliere l’occasione per tornare a fare ricerca e monitoraggio sulle cause di mesotelioma e altri tumori, purtroppo abbiamo tempi troppo lenti nella misurazione di queste malattie”.