Genova. Qui una volta si costruivano quadri elettrici per le Ferrovie dello stato. Oltre 30 anni fa. Poi l’area – 2000 metri quadri che significherebbero ossigeno per chi vive tra Fegino e Borzoli – è andata completamente in disuso. Ma i cittadini non si arrendono all’inerzia e chiedono che si metta mano, una volta per tutte, alla riconversione degli spazi ex Eltin.
Siamo in via Borzoli, su un tratto di strada che tra stretti tornanti risale la collina. In prossimità del rudere industriale i pedoni sono costretti a camminare lungo la carreggiata e ad attendere l’autobus senza alcuna protezione. “Infatti la nostra priorità è poter innanzitutto migliorare la viabilità – dice Antonella Marras, presidente del comitato spontaneo Fegino-Borzoli – ma anche poter realizzare dei parcheggi in una zona che ne è storicamente priva e magari una piccola area verde”.
Nessun volo pindarico, insomma, nelle richieste che il comitato ha presentato recentemente, con una lettera, al municipio Valpolcevera e al Comune di Genova (assessorati ai Lavori pubblici e all’Ambiente). Ma quella che potrebbe essere semplicemente una demolizione è invece un’operazione bloccata dalla realtà dei fatti.
L’area ex Eltin, a due passi dai giardini Montecucco e dal perimetro della Iplom, non è di proprietà pubblica, anche se in passato il Comune ne aveva valutato l’acquisizione. Il terreno e il manufatto sono intestati a una società immobiliare genovese, la Eden Serra Srl. La stessa società, nel 2013, aveva proposto un progetto di riqualificazione basato sulla costruzione di parcheggi coperti e di un supermercato. Il volume dell’edificio, però, avrebbe dovuto alzarsi di diversi metri e il territorio – abitanti e Municipio – osteggiò fortemente il possibile sbarco di una realtà della grande distribuzione organizzata. “Avrebbe ucciso le piccole attività che ancora resistono sul territorio” sottolinea Marras.
Storia archiviata, dunque. La proprietà, un paio di anni fa, era stata nuovamente chiamata in causa nell’ambito dei lavori del Terzo Valico. Il Comune aveva funto da tramite affinché Cociv, il consorzio di costruzione della grande opera, potesse acquisire l’area e riordinarla utilizzandola inizialmente come base logistica. “Anche questo progetto naufragò – spiega il vicesindaco di Genova Stefano Bernini – la richiesta economica della società immobiliare era esorbitante e lo spazio non era l’ideale come supporto ai cantieri del Terzo Valico”.
Al momento non si intravede alcuna soluzione. Il Comune non ha intenzione (né possibilità) di investire. Eventuali privati dovrebbero fare i conti con le alte spese di compravendita e con un limitato ventaglio di opzioni per monetizzare. “Tuttalpiù – osserva Bernini – degli stalli di sosta, ma senza l’edificazione di strutture”.
Nel frattempo però i cittadini chiedono un intervento di messa in sicurezza. “Il fabbricato cade a pezzi – attacca Antonella Marras – i vetri delle finestre sono rotti e potrebbero cadere sui passanti, inoltre temiamo che tra i pannelli di copertura interna siano ancora presenti lastre in amianto”. Anni fa soltanto le paratie esterne, pericolanti, erano state eliminate e smaltite dalla azienda Eco.ge, società oggi in liquidazione e al centro di numerose inchieste.
Oggi l’ex Eltin resta un’enorme macchia grigia al centro del quartiere. Le condizioni igieniche all’interno sono preoccupanti (sterco di topi e guano di uccelli ovuqnue). Sterpaglie e piccoli arbusti aggettano dai muri scalcinati. Nessuno sembra volersene o potersene occupare. Un intervento pubblico sarebbe possibile, giuridicamente parlando, soltanto se la struttura cedesse e interessasse la strada o comunque spazi non interni. In quel caso il Comune potrebbe obbligare la società proprietaria a effettuare i lavori oppure agire direttamente rivalendosi poi economicamente sul privato.