Genova. Una giornata di dibattito dedicata alle scuole “che genere di scuola” ma anche laboratori per informare la cittadinanza sui contenuti formativi, da quello su bullismo e cyberbullismo agli stereotipi di genere, dal rispetto delle differenze, a metodo della peer education, la formazione tra pari, ai percorsi per rifondare la propria identità di genitori nel riconoscimento delle identità dei figli omosessuali o in transizione.
E’ questa la risposta che il Coordinamento Liguria Rainbow, che vede riunite associazioni lgbt e associazioni femministe genovesi, ha organizzato per sabato 4 febbraio, in risposta alla mozione approvata in regione Liguria che intende istituire lo sportello anti gender.
“Questa iniziativa parte dalla petizione online, che è stata indirizzata il presidente Toti e alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli – spiega Simone Castagno, del Coordinamento Liguria Rainbow – che ha raccolto in pochissimi giorni 13 mila e firme. Noi crediamo che in un paese dove il numero di femminicidi e’ costante e gli episodi di bullismo si moltiplicano, siamo queste le emergenze e non lo spauracchio del gender che un’operazione ideologica”.
Da qui la scelta di dare vita a una giornata a metà tra dibattito e formazione. “Il messaggio che rischia di arrivare agli studenti liguri e’ quello che ci sono persone di serie A e persone di serie B – spiega Castagno – quelle che hanno il diritto di esprimersi e altre che non possono mostrare i loro sentimenti e loro affetti. Questa è davvero una questione di civiltà e di cultura. La scuola pubblica deve essere difesa anche dai tentativi di intimidazione che purtroppo docenti e genitori si vedono riversare addosso in questo caso, purtroppo, dalle istituzioni. Finché sono fondamentalisti religiosi a fare queste proteste può essere ancora tollerabile – conclude – ma quando è un’istituzione dello Stato che deve garantire la concordia, secondo noi, non va più bene”.