Genova. Un lungo lenzuolo nero, con attaccati i pesci di carta, ormai morti, na lapide e anche una canzone, composta per l’occasione. Sono stati questi i simboli che hanno aperto il corteo, organizzato dal comitato spontaneo cittadino Borzoli e Fegino, per chiedere la bonifica dei rii interessati dallo sversamento di petrolio verificatosi deposito Iplom di Fegino.
“Ancora la bonifica non è’ iniziata e noi temiamo che non iniziera, adesso Iplom ha chiesto di poter passare tutta la regia al Ministero dell’Ambiente e quindi il piano di caratterizzazione che doveva presentare, con tutte le integrazioni che aveva richiesto Arpal, il Comune, e tutti gli attori della vicenda non è stato ripresentato”. Spiega Antonella Marras, del comitato spontaneo cittadino Borzoli e Fegino, che racconta così la preoccupazione degli abitanti di queste zone che oggi sono scesi in piazza per chiedere risposte.
Un corteo, al quale hanno partecipato oltre a decine di cittadini della vallata anche Parlamentari consiglieri regionali e comunali di rete che da Rivarolo per arrivare ai cancelli del deposito Iplom di Fegino, dove era avvenuto lo sversamento per chiedere chiarezza in merito alla bonifica dei rii Pianego e Fegino. Il comitato, in un volantino, ricorda il pericolo per chi vive nella zona rossa, definita dal piano di emergenza redatto dalla Prefettura, e chiede al Comune di far rispettare le prescrizioni richieste all’azienda, attraverso investimenti in innovazione tecnologica che possano fare maggiore serenità ai cittadini.
“In questo momento stiamo aspettando una riposta dal Ministero – spiega Marras – sul fatto che si occupi della parte relativa al rio Pianego, al Fegino e al Polcevera mentre agli enti locali resterebbe solo il punto dove è avvenuto lo sversamento. Noi siamo preoccupati perché questo potrebbe portare a far si che tutto risulti un mero incidente che si risolve con una multa e la bonifica resta ferma”.
Dai comitati, poi, arriva una valutazione positiva alle richieste del Comune di Genova, che ha chiesto al ministero di far tornare la bonifica sotto il controllo degli enti locali e ha dato 30 giorni a Iplom per la presentazione del piano di caratterizzazione, ma forse, spiegano, questo atto si poteva fare anche prima. “Il segnale arrivato dal Comune potrebbe essere una pressione verso il ministero ma a noi hanno sempre detto che il piano di caratterizzazione non aveva un limite massimo di presentazione. Questi 30 giorni – conclude Marras – che sono stati richiesti adesso non so perché non sono stati richiesti prima. Resta comunque un segno di una presa di posizione del Comune che possiamo ritenere positiva”.