Genova. Al grido “Giù le mani dal lupo!” gli Animalisti Genovesi si riuniranno domani dalle 15 alle 17 in piazza De Ferrari, sotto al Palazzo della Regione, insieme ad altre associazioni, forze politiche e liberi cittadini per “protestare fermamente” contro la decisione del governo di riaprire la caccia di selezione al lupo, fino al 5% della popolazione complessiva in Italia.
La settimana scorsa la riunione tecnica della Conferenza Stato-Regioni ha approvato il nuovo “Piano di Gestione” che, dopo 46 anni di protezione, consentirà di uccidere i lupi in deroga alle vigenti norme di tutela. Il voto finale di Governo e rappresentanti regionali si terrà giovedì 2 febbraio a Roma. “Chiediamo che la Liguria segua l’esempio di chi, come Lazio e Puglia, ha già annunciato il voto contrario all’uccisione dei lupi – spiegano gli Animalisti – Il Ministro dell’Ambiente Galletti purtroppo persiste nell’intenzione di procedere con l’abbattimento dei capi considerati in esubero, affermando sprezzantemente di voler seguire le ragioni della scienza e non le questioni “di pancia” di qualche animalista. In questo modo dimostra sia di non aver alcun rispetto dell’individualità di ciascuna vita, sia di ignorare i numerosi studi scientifici che dimostrano come in realtà l’abbattimento dei lupi non sia affatto efficace né per la tutela dell’ecosistema, né per prevenire il bracconaggio (che anzi ne viene rafforzato)”.
“Come sostengono numerosi esperti, infatti, per i lupi non sono possibili abbattimenti realmente selettivi, con i quali anzi i comportamenti predatori potrebbero aggravarsi- continua l’associazione genovese – diversi studi internazionali, condotti in aree dove il lupo è cacciato, confermano che uccidere alcuni esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica.
Sono da perseguire al contrario metodi alternativi già sperimentati con successo, come la sorveglianza dei pascoli, la presenza di cani da guardia di razza pastore abruzzese-maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate”.
Inoltre “è altamente probabile che agli eventuali abbattimenti leciti possano sommarsi quelli illegali, già ampiamente praticati, amplificati dalla convinzione che il lupo sia un predatore nocivo e pericoloso. Questo è dimostrato da diversi studi internazionali, come quello recentemente pubblicato dai ricercatori Chapron e Treves, che spiegano come, nei periodi in cui gli abbattimenti sono consentiti, i casi di bracconaggio in realtà aumentano, proprio perché la vita di quella specie viene svalutata agli occhi della gente.
Purtroppo siamo costretti ad evidenziare come, ancora una volta, venga premiata la forte lobby di allevatori e cacciatori, categorie che evidentemente pretendono l’esclusiva dell’uccisione di animali e che vedono nel lupo un pericoloso concorrente”.
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