Genova

Amiu-Iren, Legambiente: “Investimenti su impianti, no a fusione con maggioranza privata”

Sciopero e corteo dei lavoratori di Amiu

Genova. “L’ipotesi di fusione di Amiu con Iren solleva diversi quesiti sul rapporto tra il cosiddetto pubblico ed il privato. Premesso che Legambiente non è ideologicamente contraria ad un rapporto tra questi soggetti, dove si abbia un beneficio reciproco, sottolineiamo che per un servizio come quello della gestione dei rifiuti, non possono essere presi in considerazione assetti societari dove prevalga il privato. La pianificazione ed il controllo di società pubblico/private deve rimanere a maggioranza pubblica, mentre la fusione Amiu Iren sembra andare in direzione opposta”, si legge in una nota di Legambiente.

“Dal punto di vista ambientale non ci sembra ci siano ricadute positive. Il piano CONAI sviluppato in questi mesi, per l’implementazione della raccolta differenziata nella nostra città, viene stralciato e il dibattito sulla possibilità che il Comune potesse investire economicamente nella costruzione degli impianti utili al trattamento e valorizzazione dei materiali raccolti, rimanendone proprietario e avendo un rientro dell’investimento, non è nemmeno stato affrontato. Tecnicamente non si intravedono condizioni di miglioramento né del servizio di raccolta né della trasformazione del prodotto finale in un’ottica di economia circolare”, prosegue la nota.

Una ulteriore critica è quella di non aver preso provvedimenti per l’organizzazione delle autorizzazioni in grado di risolvere, seppur parzialmente, la gestione della filiera. “Ci saremmo aspettati l’introduzione di una autorizzazione per un impianto a biogas, finalizzato al trattamento del materiale organico; un impianto di trattamento di carta cartone, lattine, vetro, adeguato alle potenzialità dell’area metropolitana genovese; un impianto di separazione secco/umido per la frazione residua in grado di lavorare il rifiuto dell’area metropolitana genovese. Ciò sicuramente avrebbe valorizzato il valore di AMIU e dato una chiara indicazione politica sulla volontà di gestione dei rifiuti del Comune stesso. Sarebbe interessante ottenere delle risposte sul perché questa azione non sia perseguita”, si legge ancora nella nota.

“Se guardiamo all’ ipotesi di cessione di parte di AMIU ad Iren una ulteriore domanda è quali siano le ricadute sul cittadino genovese in termini di tariffa per lo smaltimento dei rifiuti. Dai documenti che abbiamo potuto leggere non si comprende se esiste un piano industriale di Iren che indichi in quanto tempo si otterrà una ricaduta sulle utenze in termini economici inferiori rispetto a quelli sostenuti sino ad oggi”.

Rimane infine un punto importante che riguarda IREN, una società privata quotata in borsa ma a maggioranza pubblica. “Il comune di Torino è un rilevante azionista di Iren e sono gli azionisti di maggior peso a dover determinare le politiche industriali. Anche in questo caso nessun dibattito o confronto è stato avviato con gli azionisti pubblici ma ci auguriamo questi vogliano, in tempi rapidi, indirizzare le politiche industriali in azioni che non prevedano l’incenerimento dei rifiuti ma l’avvio del recupero dei materiali post consumo come materia da reintrodurre, trasformata, nel mercato. Ci aspettiamo quindi da loro proposte concrete per la gestione dei rifiuti a Genova. E’ con questo approccio che chiediamo ai rappresentanti politici degli azionisti pubblici in Iren di farsi promotori di una iniziativa affinché si chiarisca meglio quale deve essere il rapporto tra Genova, Torino e gli altri comuni della compagine, ma soprattutto cosa si devono aspettare i cittadini genovesi dal rapporto Iren-Amiu”, termina Legambiente.

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