Il retroscena

Verso Genova 2017, Doria non scioglie (ancora) il nodo: “Centro sinistra vada insieme”. Domani la direzione provinciale del Pd

I più fiduciosi confidano nel post notturno su facebook. Il Pd genovese prepara un documento per aprire alle alleanze e tenta di rinviare la scelta delle primarie

marco doria assemblea pd

Genova. Tutto dipende ancora una volta da lui, dal sindaco di Genova Marco Doria che nonostante l’ultimatum lanciato dalla segreteria genovese del Pd una settimana fa non ha ancora sciolto il nodo sulla sua ricandidatura. Oggi in compenso il sindaco di Genova, nel bel mezzo delle polemiche sulla vertenza Atp (che fra l’altro è tutt’altro che chiusa) ha partecipato con un videomessaggio all’assemblea romana ‘Il grano di sale e il granello di senape”, convocata con l’obiettivo di riunire la sinistra in vista delle prossime elezioni.

Doria ha parlato della necessità di superare le lacerazioni, create dalla crisi economica, ma anche dal recente referendum costituzionale. Per ricomporle, secondo il sindaco, occorre puntare su “sviluppo e solidarietà”, uno sviluppo “resiliente”, cioè attento all’ambiente, e una “politica rigorosa che punti ad una corretta allocazione delle risorse e dia efficienza all’amministrazione pubblica contro gli sprechi ed evitando di perpetuare grandi e piccole rendite di posizione di carattere corporativo”. Occorre poi il difendere un “welfare nazionale e locale per il quale occorrono più risorse ma anche una loro allocazione corretta”. Ovviamente Doria ha parlato di centro-sinistra: “La mia lettura della società è consapevole delle tante fratture trasversali che ci sono ma vedo tre poli: quello di centro destra, il magma dei Cinque stelle e un popolo di centro sinistra. Il nostro compito è parlare a questo popolo partendo dai contenuti, con una nostra autonoma capacità progettuale, consapevoli dell’assoluta necessità di trovare denominatori comuni.”. “Guardo alle forze organizzate in campo, a quelle che ci sono e a quella che vorrei che ci fosse, ma osservo che nessuna, piccola o un po’ più grande che sia, da sola è capace di andare molto lontano”.

Doria però non ha detto nulla sulla sua ricandidatura. C’è chi ancora è pronto a scommettere che il nodo verrà sciolto, probabilmente stanotte, quasi certamente con un post su Facebook. Ma di certezze non ce ne sono. E così domani la direzione provinciale del Pd si terrà comunque. L’appuntamento è alle 21 in via Maragliano. Dopo la relazione del segretario e gli interventi verrà proposto un documento che sarà votato dai delegati, che tenta di costruire un nuovo percorso di alleanze con le forze politiche ma anche e soprattutto quelle sociali che al referendum hanno votato no. Insomma, la direzione sembra la stessa tracciata oggi dal sindaco, e il nodo però resta proprio lui.

L’intenzione del Pd genovese è quello di delineare domani un percorso per arrivare a un programma comune di coalizione e poi, a gennaio, decidere se questa coalizione dovrà scegliere il suo candidato con le primarie oppure troverà una figura condivisa. Ma è evidente che se Doria questa notte decidesse per il bis, la direzione di domani assumerà tutt’altri toni e probabilmente contenuti, con la spinta soprattutto dell’area renziana per decidere subito la data delle primarie. Se Doria non deciderà oppure opterà per il no, la linea è quella di prendere ancora un po’ di tempo. In fondo si vota a giugno – lasciano intuire nel Pd – e le primarie si possono fare a marzo.

Intanto oggi l’assemblea nazionale del partito, che ha rinviato il congresso alla sua scadenza naturale, sembra aprire invece le porte al congresso regionale del Pd che potrebbe tenersi anche quello intorno a fine febbraio, prima metà di marzo, ‘liberando’ il commissario David Ermini da un fardello durato un anno e mezzo. E sembra inevitabile che le due scadenze (primarie per Genova e congresso) e i probabili scontri tra correnti, avranno ripercussioni le une sulle altre. Sulle primarie, al momento i nomi che circolano sono sempre gli stessi: Simone Regazzoni, Emanuele Piazza, Stefano Bernini ma anche Mario Tullo. Difficile però che il Pd possa arrivare alle primarie con quattro candidati suoi contro magari uno del centro sinistra, e nessuno di questi nomi sarebbe ben visto tra i possibili alleati. Sul congresso, i nomi sul tavolo sono quelli di Massimiliano Morettini, Alberto Pandolfo e Vito Vattuone.

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