Genova

Piano strategico del Gaslini, dura critica dei sindacati indipendenti

gaslini

Genova. E’ di oggi la nota della Federazione Sindacati Indipendenti, inviata al Consiglio di Amministrazione e ai vertici regionali, che critica con fermezza lo stato dell’arte del piano strategico aziendale dell’IRCCS Gaslini a distanza di quasi un anno dal rinnovo del nuovo Consiglio di amministrazione.

Ecco in sintesi alcuni aspetti che sarebbero stati poco attenzionati dal piano per la FSI. “In tema di accoglienza poco sarebbe stato fatto rispetto al passato e alle esigenze, il sindacato in particolare si riferisce alla viabilità intorno e dentro all’istituto, alla sicurezza e prevenzione dei fenomeni di microcriminalità, e all’aggiornamento del personale addetto agli infopoint”, si legge nella nota.

Altra aspra critica è sollevata riguardo i costi della gestione in rapporto al numero delle prestazioni e alla pesantezza dell’apparato organizzativo del Gaslini, che per il sindacato sarebbe eccessivamente pesante e oneroso. La FSI insiste in particolare sulla responsabilità dirigenziale. “Che sarebbe degenerata nel deleterio fenomeno dello ‘scaricabarile’, il sindacato non manca anche di sottolineare come al Gaslini sia sofferente anche il sistema di relazioni industriali tra sindacato e ente”, prosegue la nota. “C’è una costante carenza del ruolo datoriale da parte dell’ente che non sarebbe in grado di rispondere con certezza, chiarezza e imparzialità alle legittime richieste di rispetto di diritti e doveri oltre a non aver saputo impostare un idoneo meccanismo di valutazione delle performance e della meritocrazia”.

Dalla segreteria della F.S.I. commentano: “La nostra posizione è sempre stata chiara e onesta, è da tempo che osserviamo le azioni della alta dirigenza aziendale e non abbiamo mai nascosto le nostre posizioni critiche, oggi riteniamo che il bicchiere sia colmo, L’Istituto Gaslini è una eccellenza nazionale, le nostre segnalazioni non sono state accolte, e non ci stiamo a vedere il nostro Istituto prendere questa brutta china, il lavoro da svolgere è dentro le mura dell’Istituto, rivalutando quello che già c’è, senza farsi trasportare da euforie di grandezza (trasferimento dei laboratori scientifici in strutture esterne n.d.a) che nella nostra città sono state già pesantemente punite in tema di competitività costi ed occupazione”.

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