Genova. E’ un Warhol meno conosciuto, ma altrettanto intrigante, quello che sarà al Museo di villa Croce a partire da domenica 18 dicembre alle ore 18, con un opening ricco di contaminazioni tra arte, musica e cibo, grazie alla mostra “Digital Warhol”.
“Digital Warhol” presenta nove opere di digital painting, eseguite da Warhol utilizzando uno dei primi personal computer, l’Amiga 1000, che saranno visualizzate su due PC dell’epoca, affiancate alle opere più celebri e rappresentative dell’artista per ripercorrere i suoi ultimi anni di vita e lavoro, quando era all’apice la sua capacità di interpretare (ed anticipare) i cambiamenti sociali e tecnologici. Completano l’esposizione le rielaborazioni dei lavori digitali di Warhol, opera del fotografo, stampatore e artista Giuliano Grittini.
Le opere testimoniano l’ultimo periodo della vita di Warhol (che muore nel 1987) e la sua ricerca di linguaggi artistici più sperimentali ed inconsueti: da questo punto di vista sono rilevanti i lavori con l’Amiga 1000, ma anche gli acetati delle fotografie fatte da Warhol alle drag queen del club newyorkese The Gilden Grape, soggetti del tutto diversi dalle icone pop, come Marylin, Mao o Che Guevara, per cui Warhol è riconosciuto.
Il contrasto tra questi due aspetti del lavoro di Warhol invita a riflettere sulla figura di questo artista, probabilmente spesso troppo appiattita sulla dimensione del simbolismo pop da lui stesso creata, e a raccogliere la sfida che, come ha scritto Pier Paolo Pasolini nella presentazione della mostra Ladies e Gentlemen: “è quella di guardare alle sue opere senza la scontatezza che ci è stata indotta. Provare ad andare in profondità laddove tutto induce a restare alla superficie. Capire su cosa poggiasse questa sua grande capacità di non demonizzare mai il mondo e la realtà (mentre quasi tutta l’arte a lui contemporanea era in conflitto con il mondo e la realtà). Di non sentire nulla come nemico”.