Genova. La Polizia in mattinata ha arrestato un 33enne genovese che subaffittava a prostitute vere e proprie alcove in cui accogliere i clienti.
L’arresto, effettuato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Genova per i reati di favoreggiamento e sfruttamento, aggravati e continuati, della prostituzione, è giunto a conclusione di un’articolata attività d’indagine del personale della Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile, per contrastare un vasto giro di prostituzione organizzato in appartamenti presi in affitto in alcuni quartieri del capoluogo ligure.
Gli accertamenti svolti hanno consentito di far emergere come l’uomo, già condannato a 2 anni e 4 mesi per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione di monete falsificate ed altro, durante il periodo in cui era stato ammesso alle misure alternative della detenzione domiciliare e successivamente dell’obbligo di firma, favorisse la prostituzione di giovani donne di nazionalità diverse, prevalentemente sudamericane e dell’est europeo (tra cui ungheresi e romene), e di soggetti transgender.
Il genovese ricavava i numeri telefonici delle persone potenzialmente interessate da specifici siti internet su cui viene data visibilità a chi esercita il meretricio, le contattava telefonicamente ed offriva in locazione tre immobili, siti a Genova in Piazza Lido di Pegli, in Viale alla Pineta ed in Via Crimea, traendo un considerevole profitto economico da canoni di locazione molto più elevati rispetto a quelli di mercato.
Gli appartamenti in questione erano stati trasformati in vere e proprie alcove, in cui le prostitute si alternavano per brevi periodi, di regola settimanalmente o fino ad un mese, per accogliere i clienti, pagando all’uomo somme di denaro che andavano da 40/50 euro al giorno a persona a 280 euro per tutta la settimana, per un giro di affari stimato in circa 1500 euro mensili.
Nel corso dell’operazione, come disposto dal provvedimento del Gip del Tribunale di Genova, sono stati sequestrati ai fini di confisca tutti gli appartamenti in cui si consumavano gli incontri e sono state identificate due donne sudamericane dedite all’attività di meretricio, di cui una sprovvista di permesso di soggiorno.