Genova. “Siamo arrivati al dunque. Il momento dei giochini è finito. Che Doria si ricandidi o no non fa alcuna differenza. E’ arrivato al capolinea, e dobbiamo dirlo con chiarezza. Basta subalternità a un Sindaco che non si è dimostrato all’altezza del suo compito e che ha preso in giro il PD. La Giunta Doria è stata un fallimento politico: serve discontinuità di fronte alla città. Doria non sarà il candidato unitario, questo è certo. Ma se non vogliamo prendere in giro i cittadini non possiamo nemmeno farci dettare da Doria la linea politica a mezzo stampa e possibili successori”. A dirlo è l’esponente Pd e candidato alle primare per il centrosinistra Simone Regazzoni.
“Questo significa una sola cosa: l’ipotesi di un candidato unitario per un centrosinistra a pezzi oggi è politicamente improponibile. L’ipotesi del candidato unitario non è oggi un gesto di responsabilità: una vera candidatura unitaria necessitava di mesi di serio lavoro politico e confronto per essere costruita. Questo lavoro non è stato fatto da chi ne aveva la responsabilità. Ora è tardi. Ora la candidatura unitaria concordata con Doria è una farsa: è la foglia di fico di chi ha fatto errori di strategia politica e pensa di cavarsela con gli accordicchi al ribasso invece che garantire un serio confronto politico davanti alla città in merito ai bisogni reali dei cittadini di cui Doria non si è curato”.
“Resta una sola soluzione politica per uscire dalla palude. Ora – conclude Regazzoni – servono primarie vere non finti candidati unitari messi lì da un vecchio apparato che non ha più le idee, la forza e il coraggio di fare politica. Oggi al PD a Genova serve il coraggio di una svolta radicale”.