Genova. Claudio Borgarelli, che l’11 ottobre scorso ha ucciso e decapitato lo zio Albano Crocco, è capace o meno di intendere o di volere? Lo era al momento del delitto? E ancora: l’infermiere 55 enne rappresenta un pericolo per la comunità? E’ questo il quesito a cui dovrà rispondere lo psichiatra forense Gabriele Rocca, a cui il gip Paola Faggioni questa mattina ha conferito l’incarico della perizia psichiatrica.
Borgarelli, difeso dall’avvocato Antonio Rubino, si trova in carcere dal 27 ottobre scorso con l’accusa, formulata dal sostituto procuratore Silvio Franz, di omicidio volontario aggravato e premeditato e occultamento e soppressione di parte di cadavere. L’uomo è sorvegliato a vista e sotto psicofarmaci. Per il consulente di parte civile, il direttore del dipartimento di Salute Mentale della Asl 3 Pietro Ciliberti, il 55 enne sarebbe affetto da un disturbo psicotico caratterizzato da delirio di persecuzione che lo aveva portato a pensare che l’intero paese di Craviasco, nel comune di Lumarzo, ce l’avesse con lui e volesse ledere il suo diritto di difendere la sua proprietà. Borgarelli, che già in passato era seguito da uno psicologo, come emerge anche dalle intercettazioni, avrebbe interpretato i comportamenti dello zio Albano e di altri vicini di casa, come una lesione dei suoi diritti.
L’udienza è stata fissata al 28 febbraio per il deposito della relazione del perito. Se il perito confermasse il parere del consulente di parte, per l’assassino di Craviasco, che al momento rischia l’ergastolo, si potrebbe ipotizzare un importante sconto di pena.