Genova. E’ stato assolto in primo grado con formula piena Arturo Zannini, sessant’anni, ex legionario che da tempo si era convertito ad un business redditizio, quello di affittare bassi nella città vecchia principalmente a prostitute.
L’indagine, avviata dalla squadra mobile di Genova e coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti, aveva portato al sequestro a metà febbraio dell’anno scorso, di tre bassi in vico Untoria 45 rosso, vico Cavigliere 1 rosso e vico Boccanegra 5 rosso, ma in tutto gli appartamenti interessati sarebbero stati una 50 una. L’accusa era di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Certo Zannini affittava a canone ‘di mercato’ circa 300-350 euro ad appartamento e ci pagava sopra le tasse.
Il sessantenne, secondo quanto emerso dalle indagini si occupava personalmente della gestione degli inquilini alla luce del sole, ma la giurisprudenza italiana sul tema è piuttosto rigida: occorre dimostrare che ci sia effettivamente uno sfruttamento (per esempio con canoni d’affitto molto al di sopra del prezzo di mercato) e per i giudici, evidentemente le prove non sono bastate.
La corte di Cassazione due anni fa, in caso simile, aveva chiarito che “la mera stipula del contratto di per sé non integra la fattispecie criminosa, in quanto l’atto negoziale in assenza di altre prestazioni accessorie riguarda la persona e le sue esigenze abitative e non costituisce diretto ausilio all’attività di prostituzione”.
La procura aveva istruito quello che considerava in questo senso un ‘caso pilota’ e non nega una certa amarezza che non potrà non influenzare indagini future