Genova. “Lo sciopero di questa mattina dei lavoratori Atp è l’unico epilogo possibile di una bomba ad orologeria innescata da Città Metropolitana e dal sindaco Doria, che non hanno fatto nulla per garantire sicurezza sul lavoro e una dignitosa retribuzione ai lavoratori, avallando le sciagurate politiche di privatizzazione del trasporto pubblico provinciale. Ai lavoratori va la nostra massima solidarietà, in un momento così delicato, ma anche a tutti i cittadini dei comuni coinvolti che, per colpe non loro, hanno dovuto subire il disagio di uno sciopero totale, forzato e, purtroppo, inevitabile. Questo è ciò che accade quando le istituzioni si rifiutano ostinatamente di ascoltare le esigenze del territorio e dei lavoratori. Il trasporto pubblico deve essere non solo garantito, ma potenziato in quanto servizio sociale di primaria importanza, perché è un diritto imprescindibile di ogni cittadino”. A dirlo sono Alice Salvatore e Marco De Ferrari, portavoce MoVimento 5 Stelle Liguria.
“Chiediamo le dimissioni immediate dell’amministratore delegato Ranza dai vertici di Atp. E chiediamo che il privato Autoguidovie faccia un passo indietro chiaro e inequivocabile, alla luce anche del parere dell’Anac, che ha giudicato illegittimo l’ingresso di privati in Atp senza una gara pubblica. Anche per questi motivi abbiamo deciso di sottoscrivere una diffida ufficiale al Presidente metropolitano, nonché sindaco di Genova, Marco Doria, invitandolo ad abbandonare il comportamento omissivo sulla privatizzazione di Atp, esercitando il diritto di prelazione sulle quote di Atp esercizio srl, al fine di evitare possibili danni erariali. Il riflesso di questa situazione drammatica si ripercuoterà inevitabilmente anche sulla sempre più svuotata Amt (memorabili le false promesse di Burlando di fronte alle 5 giornate di sciopero del 2013) e, in generale, su tutto il trasporto pubblico ligure”.
“Dal punto di vista regionale, occorre ora rivedere con la massima urgenza la legge regionale 33/2013 sul Tpl, modificata dalla Giunta Toti nel nome di una ingiustificata fretta ai primi di agosto di quest’anno, di fronte al fatto, per altro, che il decreto Madia è stato successivamente dichiarato incostituzionale in molte sue parti. Il castello di carte costruito sulla pelle dei cittadini sta iniziando a vacillare, mostrando tutte le sue crepe e la sua fragilità. Con accordi scellerati verso privatizzazioni ed esternalizzazioni (che hanno aggravato le condizioni di lavoro e annientato il servizio per i cittadini), con un “fondino” letteralmente mandato in fumo nel nome di un presunto efficientamento, la gara per il Tpl si sta inesorabilmente avvicinando e i nodi sono ormai arrivati al pettine. Prima che sia troppo tardi, si ascoltino cittadini e lavoratori. Gli unici ad avere diritto di parola in questa assurda battaglia per ottenere il sacrosanto diritto alla mobilità e al lavoro”.