Dopo gli scandali

Terzo Valico, la Uil mostra i curricula ignorati: “Appalti siano gestiti dal pubblico”

"Sistema privato chiuso e autoreferenziale: serve trasparenza"

curriculum terzo valico uil

Genova. Avviare un tavolo istituzionale con il coinvolgimento delle parti sociali per controllare gli andamenti e la regolarità dei lavori, dare una governance pubblica rinnovata, sottoscrivere un accordo integrativo territoriale con la Regione Liguria per quanto riguarda la clausola di salvaguardia e, sopratutto, assicurare la continuità dell’opera per la sua valenza sociale e occupazionale.

Uil Genova e Liguria scende in campo, in seguito alle indagini che hanno riguardato gli appalti per l’esecuzioni dei lavori del Terzo Valico ferroviario dei Giovi con una serie di richieste alle istituzioni. “Le indagini hanno fatto emergere che esiste un sistema privato chiuso, autoreferenziale tra impresa e maestranze – sottolinea Fabio Servidei, segretario confederale Uil Genova e Liguria – e quindi crediamo che l’intervento pubblico possa garantire trasparenza e divisione dei ruoli all’interno di regole”.

Il sindacato, quindi, chiede che il general contractor non gestisca più i lavori ma che, chi assegna gli appalti sia dentro un sistema pubblico che significa legge Cantone, regole, gare e clausola di salvaguardia. Questo non significa necessariamente commissario straordinario “che è una delle ipotesi – conclude Servidei- ma l’importante è che i ruoli vengano divisi”.

Sul tavolo della conferenza stampa i due segretari hanno portato le decine di curricula di lavoratori, arrivati e mai presi in considerazione. “L’occupazione locale – spiega Roberto Botto, segretario generale Feneal Uil Liguria – e’ stato uno dei nostri grandi temi che abbiamo affrontato in questi anni, con scarsi risultati. Oggi ci domandiamo se la scarsa attenzione che il contraente generale ha dimostrato sulle problematiche relative all’occupazione locale, che noi abbiamo denunciato negli anni passati, non possa essere in qualche modo spiegato con le intercettazioni che i giornali hanno riportato. Pensiamo sia il caso di cambiare rotta”.

 

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