Genova. Due caramelle depositate sulle due bare bianche, collocate accanto a quelle color legno dei genitori. E’ l’ultimo regalo per le piccole Giada e Martina, rispettivamente 10 e 14 anni, uccise all’alba di mercoledì da papà Mauro che ha ucciso con loro anche mamma Rosa prima di togliersi la vita. E’ un gesto semplice e delicato, quello di padre Mario Saviola, al termine il funerale che ha riempito la piccola chiesa del Calasanzio. C’erano il fratello di Rosanna, le tante amiche di lei, c’erano in forma rigorosamente privata alcuni colleghi del poliziotto che in un gesto di estrema follia ha sterminato la famiglia che tanto amava. E poi tanti ragazzi, amici di Martina e della piccola Giada.
“Eravate una famiglia molto unita che dava gioia a quanti la conoscevano – ha detto il prete nell’omelia – e ora state qui tutti insieme ma non e giusto perché la morte deve avere tempi differenziati per adulti e bambini e soprattutto non dovrebbe arrivare da chi ci ama”.
“Noi non riusciamo a capire, non riusciamo a contenere le nostra amarezza, anche la nostra rabbia – ha detto il sacerdote – perché signore le cose sono andate così?”. “Cosa è successo a Mauro? Non era cattivo. Amava Rosanna e amava le sue bambine. Che cosa gli è apparso di così insormontabile nella vita? Che cosa gli ha accecato la mente?” Domande che tormentano da giorni chi conosceva e voleva bene alla famiglia Agrosì. Le stesse domande si fanno gli investigatori, alla ricerca di una verità per una tragedia inaccettabile.
E insieme alle domande, anche però il dubbio e il rammarico: “Mauro stava in mezzo a noi e non ci siamo accorti della sua fragilità. Forse una nostra parola avrebbe potuto aiutarlo”.
Un lungo applauso applauso ha accompagnato l’uscita delle bare dalla chiesa tra le lacrime dei tanti ragazzi che sotto la pioggia hanno voluto dire addio a Giada e Martina e i volti affranti e increduli degli adulti.
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