Referendum

Referendum, gli ecologisti genovesi: “Voteremo No per ambiente e democrazia”

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Foto d'archivio

Genova. “Noi ecologisti intendiamo discutere nel merito delle norme costituzionali, evitando ogni polemica sulla sorte del governo Renzi, poiche’ pensiamo che il referendum debba trattare testi di importanza fondamentale per lo stato e la democrazia,che vanno ben aldilà delle vicende politiche specifiche di una singola coalizione di Governo. In primo luogo la riforma costituzionale deve essere letta insieme alla riforma elettorale poiche’ le vicende future d’Italia sono strettamente legate ad una legge elettorale,che rischia di premiare con un meccanismo paradossale di ballottaggio,chi ottiene pochi voti .La legge elettorale ,così come è scritta,rischia di creare un parlamento di nominati con i cento capilista scelti dalle forze politiche e soprattutto premia il singolo partito invece della coalizione”. Si legge in una nota di Danilo Bruno, Lia Giribone, Silvana Vernazza, Angelo Spanò, Sebastiano Sciortino, Giancarlo Onnis, Gabriello Castellazzi, Mirella Deluca, Simona Simonetti, Mauro Brunetti e Matteo Marino.

“Nel contempo la creazione di un Senato non elettivo e con meccanismi difficilmente comprensibili nella ripartizione delle competenze fra le due camere non portano all’affermazione di un sistema federalista ma piuttosto alla nascita di un meccanismo istituzionale confuso ove le Regioni vengono espropriate di moltissime competenze: energia, turismo, infrastrutture ,…. Così lo Stato avrebbe via libera per autorizzare trivellazioni, inceneritori, grandi opere, gassificatori, depositi di scorie, ecc. senza alcuna possibile opposizione da parte dei cittadini con i comuni e le regioni”, prosegue la nota.

“Con la ‘clausola di supremazia’, governo e parlamento possono appropriarsi anche di qualsiasi altra competenza regionale: sanità, agricoltura, beni culturali. A questi meccanismi devono poi essere associati le pesanti limitazioni alle leggi di iniziativa popolare e ai referendum per farci concludere che i pochi pregi indicati nella legge di riforma vengono largamente superati da difetti,che rischiano di portare rapidamente ad una pericolosa svolta autoritaria. Noi diciamo NO a questa riforma per dire SI al superamento immediato del bicameralismo perfetto; SI al completamento della riforma del Titolo V della costituzione voluta dal Governo Prodi soprattutto nei punti,che negli anni hanno creato contenzioso tra governo e parlamento mentre il riordino del sistema della autonomie locali,l’abolizione del CNEL possono essere pensate ed approvate con il concorso del sistema autonomistico e soprattutto nella crescita civile e sociale della nazione,raccogliendo con larghi e maggiori consensi”, terminano.

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