Genova. “Tutto questo Paese si è organizzato ok? Per venirmi a prendere qualcosa che è già stato rubato, per venirmi a prendere qualcosa che sapevano tutti che avevo dato la possibilità di fermarsi a un paletto dicendo io, fermo” “Il comportamento, la maleducazione di certe persone erano tali che io non ce l’ho più fatta, allora mi riprendo ciò che è mio, ok?”. Claudio Borgarelli è ossessionato da quella terra, da quel sentiero dove a suo avviso passavano tutti con i mezzi agricoli e con le auto mentre lui voleva che almeno passassero a piedi.
Le intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che lo hanno portato in carcere il 27 ottobre con l’accusa di aver ucciso e decapitato lo zio rivelano che Borgarelli era convinto che nei suoi confronti ci fosse un vero e proprio complotto. E lo zio Albano ne era uno dei principali artefici. Non si parlavano da due anni, da quando lo zio gli aveva scaricato nel bosco del materiale di risulta e Borgarelli lo aveva denunciato alla Forestale. Poi era cominciata l’ossessione per il sentiero.
Ancora una quindicina di giorni prima del delitto Albano Crocco quei paletti di aveva buttati giù dopo che ci era inciampato sopra e aveva detto alla nipote che se Borgarelli li avesse rimessi lui li avrebbe tolti. di nuovo Si erano rivolti al sindaco, non solo Albano Crocco ma anche altri abitanti di Craviasco e Borgarelli incontrando uno di loro si era mostrato arrabbiatissimo da quel gesto: “Se mi tolgono il terreno metto a ferro e fuoco Craviasco” aveva detto. Un paio di giorni prima la rete di recinzione era stata abbattuta e nuovamente ripristinata e al sindaco Guido Guelgo Borgarelli aveva detto: “Mi espropri pure, poi vedremo”.
Dopo l’omicidio quell’uomo, che è apparso imperscrutabile e apparentemente calmissimo anche davanti alle telecamere, ha continuato per giorni a parlare da solo, lunghi monologhi intercettati sopratutto sulla sua Ape Poker e sulla sua auto. Ricostruisce quello che deve raccontare ai carabinieri, poi si fa forza e subito dopo essere uscito di caserma si dice come se li avesse davanti: ““Sulla mia lama non avete nessun riscontro, sulla mia pistola non avete nessun riscontro, non avete trovato riscontro da nessuna parte, abbiate pazienza cari signori”
Solo il giorno successivo, però, sembra più preoccupato e ai militari che lo interrogano dice: “Stasera so che non torno a casa, mi arrestate” dice e chiede informazioni sull’affidamento degli animali domestici delle persone arrestate. L’arresto arriverà solo nove giorni dopo. I cani di Borgarelli sono stati affidati a una persona che già si occupava di loro quando lui non poteva rientrare a Craviasco. “Era la cosa di cui si preoccupava di più – conferma il suo avvocato Antonio Rubino – e su cui mi ha chiesto più volte rassicurazioni”.
Questa settimana Borgarelli dovrebbe essere visitato da Pietro Ciliberti, lo psichiatra forense scelto come consulente dalla difesa. Probabile che l’avvocato chiederà l’incidente probatorio allo scopo di valutare se l’infermiere 55 enne era o no capace di intendere e di volere al momento del feroce delitto.