Genova. Ci sono gli abitanti in strada, ci sono le fondamenta del palazzo rimaste nude; c’è la frana, imponente, che incombe minacciosa: tra via Daneo e via Portazza, Quezzi, si vedono tutti gli ingredienti del disastro. Quello che c’è, ma non si vede, è l’escavatore: è rimasto sommerso poco prima delle 2 di questa notte.
Il quartiere dormiva, la frana, circa 300 metri cubi, no. Da quel momento neppure gli abitanti: “Ho sentito due botte, una dopo le 11, la seconda attorno alla mezzanotte. Non mi ero però reso conto della situazione: alla fine sono arrivati i vigili del fuoco e mi hanno fatto allontanare perché stava franando tutto”.
“Sembrava il terremoto – raccontano ancora – poi ci hanno evacuato. Ora aspettiamo che ci dicano se e quando possiamo rientrare. Ma uno smottamento era già avvenuto una settimana fa: hanno tolto un po’ di terra e basta”.
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Riavvolgiamo il nastro, si torna indietro all’escavatore perduto. E’ l’8 novembre scorso: terreno e alberi franano giù. Intervengono vigili del fuoco e polizia municipale: c’è una frana, per ora di modeste proporzioni, Aster deve occuparsi dello sgombero in alveo. Parte un’ingiunzione, i lavori iniziano, piove tantissimo, ma non è stato sufficiente. Anche perché, come spesso accade, quando la proprietà dei luoghi è anche privata mettere tutto in sicurezza non è così semplice.
“Si è staccato tutto il muro di sostegno – spiega ora il presidente del Municipio Bassa Valbisagno Massimo Ferrante -, le fondamenta del palazzo non hanno più ancoraggio e la struttura rischia di abbattersi sugli edifici sottostanti. Comune e Municipio hanno segnalato la situazione un mese fa alla proprietà del terreno e all’ amministrazione condominiale. Siamo subito intervenuti e già c’era stato l’inizio della pulizia e dello sgombero dell’alveo. Parlavamo di pochi metri cubi di terra”.
Fino a questa notte: ora ci sono 130 sfollati. Le verifiche sono in corso, ma probabilmente non potranno rientrare a casa in tempi brevi.