Genova. Pesava solo cinque chili e trecento grammi a otto mesi la bimba morta ieri sera in un appartamento di via della Benedicta al Cep. E viveva in un appartamento le cui condizioni igienico sanitarie sono definite “pessime” dai poliziotti delle volanti che sono intervenuti nell’abitazione. La bimba era la sesta figlia della coppia, che viveva in un appartamento di pochi vani con solo due stanze da letto. Sul corpo della lattante il sostituto procuratore PierCarlo Di Gennaro farà eseguire l’autopsia dal medico legale Marco Ventura.
I genitori della bimba raccontano di aver chiamato l’ambulanza poco prima delle 23 a causa della tosse insistente della figlia ma accusano il 118 dicendo che il personale medico sarebbe arrivato dopo mezz’ora.
Un vicino di casa, che la coppia aveva allertato per chiedere aiuto, ha spiegato agli investigatori che l’ambulanza è arrivata dopo circa 15 minuti, poi dopo altri 15 minuti i militi avrebbero valutato che viste le gravi condizioni serviva personale medico. Così è stata allertata l’automatica che è arrivata dopo altri 20 minuti. In totale quindi, secondo il teste, il medico sarebbe giunto dopo un totale di 50 minuti dalla prima chiamata.
La procura adesso acquisirà le telefonate al 118 di ieri sera per valutare i tempi di intervento, ma nel mirino della Procura potrebbero finire anche il contesto famigliare in cui la piccola viveva.
“Non sono un magistrato ma ho visto la documentazione del 118 – commenta Antonella Palmieri, responsabile pronto soccorso del Gaslini – dove si vede che è stato effettuato un soccorso avanzato, dal primo livello con il massaggio cardiaco fino all’utilizzo di farmaci. Le regole dal mio punto di vista di medico dell’emergenza sono state rispettate”. Sul cosa è successo è difficile sbilanciarsi: “Potrebbe essere un arresto cardiaco, quindi una morte elettrica, le cause ce le dirà solo l’autopsia”.