Genova. “C’è troppa Salerno Reggio, non per fare il nordico ma c’è troppa Salerno Reggio, è diventato un consorzio a gestione meridionale, così non va bene. troppi calabresi!”. A parlare è Andrea Ottolin, responsabile del Cociv per il lotto Serravalle, uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautela emessa dal gip di Genova per turbativa d’asta relativa agli appalti del terzo valico.
Ottolin ce l’ha in particolare con Gianpiero De Michelis, all’epoca direttore dei lavori del Cociv, che sta facendo pressioni affinché un subappalto per la fornitura di inerti sia passato dall’azienda Allara alla Breakout di Giandomenico Gallo, imprenditore calabrese come lo stesso De Michelis. “De Michelis sta rompendo le palle – prosegue Ottolin – perché c’ha altre mire, Sponsorizza l’amico suo di là, quello che arriva dal ponte, che tutti stanno con le antenne drizzate”.
Per convincere gli imprenditori ad acquistare i materiali inerti dalle proprie società, Domenico Gallo, imprenditore ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta genovese sulle grandi opere, avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa. Lo scrive il gip Cinzia Perroni nella sua ordinanza parlando di circostanze che “destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata”. Avrebbe partecipato alla cresima della figlia di Domenico Borrello, affiliato alla `ndrina Barbaru U Castanu di Plati´.
Un imprenditore, Giuseppe Balbo confida ad alcuni dirigenti Cociv il sabotaggio di alcuni mezzi della società Allara e i pedinamenti fatti ai camion della stessa società da parte diun furgone che sarebbe riconducibile a Domenico Gallo: “Questo furgone che girava dietro sono i calabresi di Chivasso collegati a quello, quel delinquente”.
leggi anche

Terzo valico, l’imprenditore al dirigente Cociv: “Ti piacciono le brasiliane?”. L’ex direttore dei lavori: “Ognuno ha preso la sua parte”
