Genova. Continua a far parlare l’esproprio di terreno in via Coni Zugna per il by pass di Pontedecimo, la strada che Cociv sta realizzando come opera complementare al Terzo Valico ferroviario per agevolare il passaggio dei tir diretti in Val Verde.
Dopo la contesa tra gli attivisti No Tav e il Cociv, la sentenza del Tar e il recente esposto in Procura contro lo stesso by pass, è di nuovo un residente di via Coni Zugna a (ri)lanciare l’allarme: la costruzione del muro della strada sconfina nella sua proprietà, prendendosi porzioni di giardino e a una manciata di passi dal muro di casa sua (il muro arriverebbe a circa ottanta cm nel punto più vicino).
“Già un paio di mesi fa era venuto un operaio a prendere le misure – racconta Simone a Genova24.it – per la costruzione del muro della strada. Giovedì sono poi arrivati gli operai per le barriere anti rumore e i new jersey. A quel punto, dopo una discussione con il capo cantiere ho ottenuto lo stop ai lavori”. Non è solo una questione di centimetri, che in uno spazio così ristretto fanno comunque la differenza, ma di legalità.
“L’anno scorso si erano già allargati oltre il terreno consentito – spiega il residente – avevo fatto causa, il tribunale aveva fatto fare una perizia, da cui è emerso che l’occupazione abusiva coincideva con il profilo della base dei new jersey, per il cui posizionamento è stata fatta una gettata di cemento”.
Venerdì è arrivato quindi il topografo per fare i rilievi precisi. “Ho chiamato l’ufficio espropri del Cociv, ricordando cosa avesse stabilito il tribunale in precedenza, il topografo è venuto e ha fatto segni con lo spray, tutti al di fuori del jersey (il ‘confine’ prestabilito) e tutti dentro il mio giardino”.
Come si vede dalle foto (di Massimo Sorlino) il profilo nero per terra è stato tracciato con lo spray dal proprietario di casa e si riferisce al posizionamento dei new jersey fino a venerdì (ancora visibili i resti del cemento che li sigillavano).
I punti arancione fosforescente sono invece i segni piazzati dal topografo e sono relativi al profilo del muro di protezione della strada che andrebbe realizzato.
“Sono tutti nel mio giardino – sottolinea Simone – si vedono le barriere e lo spigolo della casa, e quanto il punto arancione sia estremamente vicino”.
I punti tracciati dal topografo sono infatti tutti nel giardino e si allontanano talvolta di 20 cm, ma altre ancora di più, rispetto alla linea nera che è il limite amministrativo invalicabile.
“Lunedì (domani ndr) vengono gli operai – avverte Simone – se oltrepassano sarò costretto a chiamare i carabinieri, e poco ha importanza se il progetto è stato approvato, non hanno titolo. Il muro prende di fatto un pezzo di mio giardino, in certi punti sconfina di 10 cm in altri di quasi un metro, è comunque illegale e abusivo. Se domani mattina il capo cantiere dà inizio ai lavori sono pronto a oppormi”.
(Foto Massimo Sorlino)
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