Liguria. Tutti, o quasi, fuorilegge. Sono i Liguri quando si parla di rifiuti: su 1.571.982 abitanti totali, quelli che vivono in Comuni che non rispettano le normative in materia di raccolta differenziata sono 1.434.166. Praticamente tutti.
E’ però una regione a due velocità quella che emerge dal dossier 2016 di “Comuni Ricicloni”, promosso da Legambiente Liguria con il patrocinio della Regione Liguria in collaborazione con l’Osservatorio rifiuti e con il sostegno di Conai. Nel 2015 o Comuni che hanno superato la soglia del 65% di differenziata sono aumentati sensibilmente, passando da 13 a 32: il problema che si tratta di territori poco popolati, appena il 9% dei cittadini.
Bene il savonese, che occupa le prime 14 posizioni in classifica, maglia nera per il Comune di Genova. La Superba rimane inesorabilmente indietro ed aumenta la percentuale di differenziata dello 0,86%, attestandosi al 34,57%. Ancora troppo poco. Buoni risultati, invece, per Sestri Levante che, dopo il cambio di modello gestionale, arriva al 71,27%. Vengono confermati i risultati di Lavagna (68,69%), Pieve Ligure (68,47%), Recco (67,46%) e Portofino (65,03%). Nuovo riciclone è il comune di Sori al 65,37%. Tra i comuni con più di 15.000 abitanti positivo il risultato ottenuto dal Comune di Chiavari con il 63,83%.
“Quello che risulta evidente – sottolinea Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – è una regione a due velocità: nelle zone dove la pianificazione e l’affidamento della raccolta dei materiali post consumo sono stati seguiti con attenzione, la differenziata ha fatto balzi da gigante. Ma i bassi risultati mostrati in altri ambiti mostra chiaramente come gestire i rifiuti con logiche oramai superate è inefficace, ambientalmente pericoloso e dispendioso”.