Genova. Nuovo vertice in procura questa mattina sull’omicidio di Albano Crocco, l’ex infermiere decapitato nei boschi di Craviasco sei giorni fa. All’incontro hanno partecipato sia il sostituto procuratore Silvio Franz titolare dell’inchiesta, sia il procuratore capo Francesco Cozzi e il nuovo comandante del nucleo investigativo Paolo Sambataro.
Mentre si attendono i risultati dei rilievi tecnici sugli indumenti e le armi sequestrate al nipote Claudio Borgarelli (che al momento è l’unico indagato per omicidio volontario) che sono state inviate al Ris di Parma e le risultanze dello Stub che rileva tracce di polvere da sparo, i carabinieri del nucleo investigativo stanno visionando alcune telecamere. Lo stesso Borgarelli ne ha due a sorvegliare la propria abitazione e le ha consegnate ai carabinieri nel corso della seconda perquisizione avvenuta giovedì mattina.
Ma quelle telecamere però non coprono tutti gli accessi all’abitazione di Borgarelli che quindi potrebbe essere entrato nel bosco lasciando la sua proprietà da un’uscita secondaria.
Lui continua a difendersi rilasciando interviste televisive a chi si affaccia sulla sua proprietà. Ieri al tg3 della Liguria Borgarelli ha ribadito di “non essere andato nel bosco”. “Ho pulito la mia baracca, poi sono andato a Genova, sono stato anche filmato, sono tornato su e poi sono tornato a Genova” dice con tono tranquillo riferendosi proprio alle sue telecamere.
“I carabinieri sono venuti qui, ho rinunciato a farmi assistere da un legale durante l’ispezione, hanno preso un sacco di materiale e lo analizzeranno. Se poi ci saranno problemi sugli orari e gli spostamenti cercheremo di chiarire”.
A sei giorni dai fatti intanto sembra sempre più difficile la ricerca della testa della vittima così come quella del fucile con cui Crocco sarebbe stato colpito prima di essere decapitato.
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