Genova. Sono passati due anni dall’alluvione del 9 ottobre 2014. Ieri l’anniversario è passato quasi sotto silenzio ma c’è chi quei drammatici giorni non può dimenticarli perché ha perso un parente come è accaduto ai famigliari di Antonio Campanella, ha dovuto ripartire da zero con l’attività distrutta dalla furia dell’acqua o magari ha dovuto in fretta e furia abbandonare la propria abitazione.
Tra loro la famiglia Cannatà: Aurelia, Stefano e i loro due figli ci hanno messo un anno per poter rientrare nella loro casa di Aggio, ma la loro odissea è tutt’altro che finita. Prima la disperazione ma insieme la voglia di combattere raccogliendo fondi e nel contempo avviando (e vincendo) una battaglia legale contro la Città Metropolitana perché sarebbe stata proprio la mancanza di alcune opere idrauliche da parte della ex provincia a provocare il fiume che ha riversato una gigantesca frana sopra la loro casa.
Per un anno la famiglia ha ricevuto dal comune di Genova i canonici 600 euro per pagare un affitto, poi con le opere idrauliche eseguite a monte dell’abitazione dalla Città Metropolitana dopo la decisione del Tribunale di Genova e i lavori che i Cannatà hanno affidato a una ditta, è arrivato il giorno del rientro. Per pagare parzialmente tecnici e impresa Stefano e Aurelia hanno potuto contare su 8.500 euro arrivati come una tantum dalla Protezione civile ma soprattutto sulle loro forze e su quelle di chi li ha aiutati ad organizzare eventi di solidarietà.
“Finora abbiamo pagato 40 mila euro tra la ditta che sta eseguendo i lavori, l’ingegnere e i geologi – racconta Aurelia Lobosco – ma solo con la ditta abbiamo un debito di altri 40 mila euro e dobbiamo ringraziarli perché ci hanno consentito di rientrare in casa sapendo bene che tutti i soldi subito non potevamo averli”. Anche perché come molte altre famiglie alluvionate in quel drammatico autunno di due anni fa, i Cannatà hanno presentato regolare domanda di risarcimento, con tanto di regolari fatture sui lavori eseguiti e preventivi per un totale di circa 200 mila euro.
Circa un anno fa dagli uffici competenti della Regione Liguria era arrivato il via libera: i risarcimenti sembravano pronti ad arrivare, poi tutto si è improvvisamente fermato: “Ci è stato detto i questi mesi che il risarcimento sarebbe bloccato a Roma dal ministero dell’economia e delle finanze e senza il loro ok non possono procedere al pagamento nonostante le risorse ci siano. Ora non sappiamo come fare visto che abbiamo ancora la terra sopra la casa e più resta lì più i danni rischiano di aggravarsi”.
Ad agosto è stato pubblicato un ulteriore bando di risarcimento sul sito della Regione Liguria per chi è stato escluso dai precedenti bandi: “Volevamo tentare anche questa strada, ma ci è stato detto che visto che i nostri danni sono stati causati da una frana non possiamo accedere al bando”.
“Dobbiamo trovare il modo di finire i lavori – conclude amara Aurelia Lobosco ma senza questo aiuto economico non sappiamo come fare”.