Lettera al direttore

L'intervento

Verdi: “Genova tra futuro sostenibile e declino inarrestabile”

panorama genova da forte begato

Genova. L’accorato articolo di Mario Margini sul possibile destino di Genova merita una risposta puntuale poiche’ investe importanti temi e soprattutto quale sia la futura prospettiva del capoluogo regionale, cogliendo la stranezza di chiamare in causa Regione e Comune e non il Governo di cui sono ignote le linee della politica industriale con particolare riferimento al capoluogo ligure.

Noi Verdi crediamo in primo luogo che gli enti pubblici:Governo,Regione,Città Metropolitana e Comune debbano compiere delle scelte di prospettiva,che tengano innanzitutto conto dell’attuale situazione imposta dal cambiamento climatico in corso.
Noi infatti riteniamo che non basti piu’ schierarsi dalla parte del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori,che talvolta proprio con le Organizzazioni Sindacali si pone a difesa di un sistema economico indifendibile e basato su un sistema energetico onnivoro ed inquinante.

Noi crediamo infatti che occorrano scelte coraggiose fondate su una conversione ecologica dell’economia,come scriveva Alex Langer.
In primo luogo serve passare ad un modello di green economy,che favorisca produzioni non inquinanti e soprattutto non energivore,che lavori in stretto rapporto con l’Università e che permetta di puntare ad occupazione di qualità ed equamente retribuita.

Bisogna poi passare ad un sistema,che utilizzi le materie destinate al riciclo come una risorsa e soprattutto che la città pervenga in tempi rapidi alla percentuale stabilita dalla legge in modo che si attivi un ciclo economico virtuoso,che crei nuovi posti di lavoro nel riciclo e nel riutilizzo dei materiali.

Nel contempo sarebbe importante sviluppare una grande attività di sostegno alle energie rinnovabili,favorendo gli investimenti nel recupero edilizio volto al risparmio energetico in modo da creare una filiera innovativa e produttrice di nuovi posti di lavoro.

Bisogna poi pensare ad un sistema di mobilità,che favorisca la creazione di un sistema integrato della portualità fra Genova e Savona e che porti ad un ripensamento complessivo di opere inutili,costose ed impattanti come il Terzo Valico e la Gronda,utilizzando quanto già oggi si può razionalmente usare come la ferrovia attuale, sistemando finalmente i problemi creati dal camerone di Borzoli o creando una nuova linea di trasporto merci verso il Piemonte risagomando le gallerie della ferrovia Savona-Acqui-Alessandria.

Crediamo poi che sia necessario avviare una grande politica di difesa del suolo,che punti all’ordinaria manutenzione del territorio e del bosco affinche’ esso sia di nuovo fruibile e razionalmente produttivo,evitando che ogni nuova pioggia in città rischi di produrre gravi danni e vittime.
Bisogna poi chiarire un punto su cui noi Verdi non intendiamo transigere: l’ ILVA è una grande questione nazionale e la gravissima situazione di Taranto nonche’ le pesanti responsabilità politiche ed imprenditoriali nel gravissimo inquinamento della città pugliese non possono essere in alcun modo disgiunte dall’industria genovese.
Deve essere infatti chiaro a tutte e a tutti che i Verdi considerano imprescindibile la bonifica e il recupero delle aree ILVA di Taranto e che l’occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori genovesi dell’ILVA non può in alcun modo essere argomento di possibile ostacolo al risanamento dell’area pugliese poiche’ la riconversione produttiva tarantina può investire pure Genova così come i Verdi hanno già indicato nel loro progetto nazionale ben delineato nel libro di Angelo Bonelli:Good Morning Diossina.

Infine due parole sull’Ericsson: noi ci siamo già espressi da tempo a sostegno dell’operazione Erzelli pur con i dubbi,che possono riscontrare tutti coloro che esaminino i luoghi ovvero la mobilità e il rispetto del vincolo cimiteriale di Coronata ma a questo punto perche’ la situazione è sempre ferma? Perche’ Governo,Regione,Comune e Università si rimbalzano le decisioni? Perche’ alla solidarietà nei confronti dei lavoratori e lavoratrici Ericsson non si risponde anche con scelte politiche definitive e lungimiranti,che siano foriere di nuova occupazione, con l’avvio della definitiva sistemazione del polo scientifico degli Erzelli?

Come si vede quindi il problema, a differenza di quanto scrive Margini,non sta solo nella solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori o nel fare fronte comune con le Organizzazioni Sindacali poiche’ Governo,Regione,Città Metropolitana e Comune devono tornare a parlarsi ma soprattutto a capire che Genova e tutta la Liguria hanno bisogno di un modello di crescita radicalmente diverso ed innovativo nonche’ avviato su una radicale conversione ecologica del sistema economico.

Lia Giribone co-portavoce regionale dei Verdi
Sebastiano Sciortino co-portavoce regionale dei Verdi
Angelo Spanò-co-portavoce metropolitano dei Verdi
Danilo Bruno-consigliere federale dei Verdi

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