Le indagini

Omicidio di Molassana, il giallo delle fascette ai polsi della vittima fotogallery

Per gli investigatori Di Maria e gli amici volevano tendere un agguato a Guido Morso. L'arrivo del padre Enzo, ancora in fuga, ha sparigliato le carte

Sparatoria a Molassana, un morto

Genova. Ci sono ancora molti elementi da definire per risolvere il complicato puzzle dell’omicidio di Molassana in cui ha perso la vita il 28 enne Davide Di Maria. Gli elementi ormai appurati sono che Di Maria aveva un debito di droga verso i Morso di circa 10 mila euro. Che quel giorno, insieme agli amici Mor N’Diaye e al colombiano Escobar avevano un appuntamento con Guido Morso mentre non si aspettavano che arrivasse anche il padre Enzo.
Ancora: i tre sembra sempre più chiaro che stessero tendendo una sorta di trappola per il giovane Morso.

A dirlo il fatto che N’Diaye, personaggio violento con denunce per rapina e un tentativo di aggressione ad un pm genovese nel corso di un processo, aveva atteso Guido Morso bardato con i paramenti da combattimento, con tanto di nocchiere, guscio protettivo e cavigliere. Sulle nocchiere la polizia scientifica sta rilevando le tracce di sangue e di Dna.

N’Diaye ieri è stato arrestato
perché la seconda pistola portata via da Guido Morso e fatta ritrovare dalla polizia insieme alla 7.65 è risultata essere del senegalese. E’ una 357magnum completa di caricatore con dentro 5 pallottole 38 special risultata rubata a Pavia nel 2013. In giardino, sotto il barbecue di casa di N’Diaye sono stati trovati un po’ di proiettili, alcuni sparsi, altri in un astuccio con inciso proprio il suo nome.

Ancora il cadavere di Di Maria è stato ritrovato con un polso e una caviglia legati con delle fascette da elettricista. Fascette lasche che non concordano con nessuna delle due versioni fornire dagli amici. Sentiti una prima volta N’Diaye e il colombiano hanno raccontato di un gioco in attesa dell’arrivo di Morso: Di Maria, insomma avrebbe voluto mostrare agli amici, come era in grado di liberarsi delle fascette. Versione assolutamente poco credibile, tanto più che sul corpo della vittima non sono stati rilevati i segni che avrebbero giustificato l’atto del tirare per strappare le fascette.

In un secondo momento i due compari cambiano versione: “Lo abbiamo legato noi per far vedere a Morso che glielo avremmo consegnato”. Ance questa versione però non sembra reggere visto che Guido Morso racconta che quando lui e il padre sono entrati nell’appartamento sono stati aggrediti immediatamente da tutti e tre.

Intanto l’autopsia ha chiarito che non nessun colpo di pistola sparato dalla 7.65 di Guido Morso ha ucciso Davide Di Maria, bensì una coltellata, anche se il coltello che un po’ tutti i contendenti collocano in qualche modo sulla scena del delitto non è stato trovato. Il colpo sparato da Morso finisce invece per piantarsi dentro un ferro da stiro all’interno di un mobile nella stanza dove è avvenuto l’omicidio.

Guido Morso resta indagato per omicidio al momento, ma alla fine potrebbe non essere lui l’autore dell’omicidio. Chi aveva il coltello e chi ha colpito a morte, con una coltellata al cuore, ‘Davidino scommesse’? Il capo della squadra mobile Annino Gargano rinnova l’invito ad Enzo Morso a costituirsi e fornisca elementi utili ad un’indagine dove molti tasselli devono ancora trovare la loro collocazione.

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