Per adesso nessuno ci vuole mettere la faccia, l’assessore Miceli, che ha la delega è fuori Genova e gli altri membri della giunta ben si guardano dal parlare. Anche perché è ormai chiaro a tutti che il via libera ai proprietari del palazzo di Piazza De Ferrari, sede della Regione Liguria, a collocare il maxi manifesto pubblicitario arriva proprio dal Comune, quello stesso ente che, tre mesi fa, aveva bocciato, dopo una polemica infinita, l’ipotesi di un maxi schermo sulla facciata per trasmettere immagini promozionali per i turisti.
In realtà qualcuno che commenta il fatto c’è anche nel palazzo di Via Garibaldi ma resta rigorosamente anonimo. “La procedura è giusta – spiega la fonte – anche perché il regolamento di Polizia Municipale vieta la proiezione di immagini in movimento, che possono distrarre i guidatori, ma concede l’affissione di manifesti statici sui ponteggi”. Certo è che, anche se la procedura fosse corretta nel merito resta uno scivolone politico che, anche se non fosse voluto, mostra la forte distanza tra le due istituzioni.
Aldilà di tutto questa vicenda lascia con molti interrogativi. Possibile che chi ha autorizzato non si sia fatto qualche domanda vedendo l’indirizzo poco consueto? È normale che nessuno sia intervenuto per stoppare una procedura che, a questo punto, assume tutta l’aria di una ripicca politica? Quanto guadagna il Comune di Genova da questa concessione? E poi anche il fatto che una città come Genova, che sta puntando tutto sul turismo, possa trasformare uno dei suoi edifici più centrali in cartellone pubblicitario lascia abbastanza perplessi.
Infine una nota di colore, a dimostrazione che la situazione, particolarmente accesa. La casa produttrice del telefono pubblicizzato ha sospeso oggi le vendite. La batteria prende fuoco e esplode.