Stesso modus operandi

Genova, nel mirino le gioiellerie del centro: le ladre “eleganti” finiscono in carcere

Foto d'archivio

Genova. Due furti, rispettivamente commessi il 6 ottobre e il 28 novembre del 2015, ai danni di due note gioiellerie nel centro di Genova.

In entrambe le circostanze, il modus operandi era lo stesso ormai consolidato: le due ladre si sono presentate come due cinquantenni distinte e ben vestite, sono entrate e si sono dimostrate interessate all’acquisto di gioielli, poi insieme ad altri complici, approfittando della distrazione dei titolari e dei commessi intenti a mostrare loro numerosi oggetti, riuscivano a far sparire i rotoli pieni di gioielli dopo averli nascosti sotto voluminosi soprabiti. Entrambi i furti sono andati in porto, causando un danno economico ingente per gli esercizi commerciali.

E’ passato quasi un anno e il cerchio delle indagini della Squadra Mobile si è irrimediabilmente stretto intorno a due donne di origini sinti, Leila Spada, nata in provincia di Venezia e Anna Held, nata in provincia di Milano, entrambe pregiudicate.

Su di loro stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. Di qui l’arresto da parte degli agenti in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Genova, per il reato di furto pluriaggravato in concorso. Al termine degli atti di rito sono state portate in carcere a Pontedecimo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Inoltre, in relazione al furto commesso il 6 ottobre è stato inoltre indagato un trentenne, anch’egli di etnia Sinti e pluripregiudicato, in concorso con la Leila Spada; mentre per l’altro colpo le due donne avevano agito da sole.

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