Genova. Questo pomeriggio Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Liguria si sono dimesse dal Comitato Portuale genovese.
“A fronte dell’atteggiamento di chiusura che vige all’interno di alcuni organismi dello scalo di Genova, i membri sindacali hanno deciso unitariamente di prendere le distanze da una mancata operatività che determina un blocco decisionale che rischia – di fatto – di fermare atti amministrativi e investimenti – scrivono in una nota Giacomo Santoro, Enrico Ascheri, Ettore Torzetti e Roberto Gulli – non accetteremo mai che il Porto di Genova resti in balia di una burocratizzazione sproporzionata che non sa dare valore al lavoro”.
“In alcuni casi si verificano interpretazioni restrittive delle norme che possono letteralmente bloccare lo sviluppo del porto di Genova. Interpretazioni che non vengono elaborate in altri porti. Non possiamo permetterci procedure amministrative lente che esaltano solo la burocrazia”, proseguono.
“Noi qui abbiamo risolto tanti problemi, fatto ragionamenti importanti per il futuro della città ma, ormai, si è raggiunta una eccessiva burocratizzazione. Il comitato deve essere anche uno strumento di indirizzo politico e noi lanciamo un grido di allarme perché la portualità deve avere uno strumenti che funzioni, anche in base alla nuova riforma”, concludono. Insomma un grido di allarme per riportare i temi della portualità al centro del dibattito.