Lettera al direttore

L'ospedale

Alice Salvatore (M5S) scrive ai vescovi per fermare il nuovo Galliera

Genova - nuovo galliera
Foto d'archivio

Genova, 16 settembre 2016

Eminenze Reverendissime,

sono lieta della vostra venuta a Genova e colgo l’occasione della vostra presenza per mettervi al corrente di una situazione che lascia perplessi molti cittadini genovesi.

Si tratta del disegno studiato dal Cardinal Bertone e dal Professor Profiti quando, nel 2004, il primo era l’arcivescovo di Genova e il secondo il Direttore Generale della Regione Liguria ma anche – nello stesso tempo – rispettivamente il Presidente e il Vice Presidente dell’Ospedale Galliera.

La duchessa di Galliera, filantropa illuminata, ispirandosi e migliorando i più avanzati modelli ospedalieri d’Europa, sul finire del XIX secolo fece costruire un meraviglioso complesso ospedaliero nel verde quartiere di Carignano destinato in perpetuo alla “cura ed il ricovero dei poveri infermi” della città di Genova.

A garanzia del funzionamento e dell’autonomia del suo ospedale nei secoli lo ha generosamente dotato della rendita di terreni ed immobili, ha prescritto che si reggesse ispirandosi alla più severa economia, ha affidato le sue volontà ad un dettagliato statuto che, a scanso di equivoci, ha fatto recepire in legge dello Stato e ha posto a custodia della sua opera l’Arcivescovo pro-tempore di Genova.

Tali volontà sono state fedelmente rispettate per tutto il secolo scorso, ma, con l’avvio del XXI secolo e il cambio dei vertici, anche il Galliera inizia a collezionare significativi buchi di bilancio così, anziché rivolgersi ai sani principi dettati dalla Fondatrice, si aderisce con disinvoltura alla cartolarizzazione immobiliare varata dalla Regione Liguria.

Si vendono tutti gli immobili frutto dei lasciti destinati al sostentamento dell’ospedale e si ricavano 21 milioni di euro: 12 servono per coprire il disavanzo e 9 si “prestano” alla Regione Liguria con l’impegno che al Galliera ne tornino 54 dai fondi statali… non proprio un buon affare per le finanze pubbliche!

Si ignora un recente progetto già approvato e finanziato per il restauro dei padiglioni esistenti e si decide, in barba allo statuto, di abbandonare l’ospedale della Duchessa e costruirne accanto un nuovo: ma non più grande, più piccolo della metà!

Ma 54 milioni di euro dallo Stato non bastano, ne servono altri 100 e allora si chiamano a raccolta tutti gli enti pubblici:
– 50 si conta di ricavarli dalla trasformazione, autorizzata dal Comune, di 5 padiglioni in nuovi complessi residenziali di lusso nel verde e panoramico quartiere di Carpigano
– altri 50 si prevede di ottenerli in prestito dalle banche con la garanzia del rimborso in capo alla Regione Liguria.

Insomma un piano che parte da un poco onorevole debito, svende il patrimonio immobiliare frutto di donazioni filantropiche, disfa l’ospedale della Duchessa, demolisce padiglioni appena rinnovati con il beneplacito del Soprintendete (a cui, una volta in pensione, verranno affidati i restauri della cattedrale), abbatte centinaia di alberi, sventra la collina di Carignano, la cementifica con centinaia di appartamenti di lusso per fare un nuovo ospedale con la metà dei posti letto e un debito quarantennale per il rimborso del mutuo a carico dei cittadini liguri!

Ma lo Stato in crisi non eroga più i fondi per l’edilizia sanitaria e allora che cosa fa il governatore Burlando per mantenere gli ottimi rapporti con il nuovo cardinale di Genova?
Blocca il progetto che avrebbe finalmente dovuto dare un ospedale alle periferie del Ponente e alle vallate dell’entroterra e trasferisce i fondi al Galliera per fare un secondo ospedale in quartiere centrale di Carignano!

Così mentre il mondo viene illuminato da Papa Francesco che con il suo esempio non gira lo sguardo dalle periferie e con l’enciclica Laudato Sii ci ricorda che la Terra non è nostra ma l’abbiamo in prestito dalle future generazioni, a Genova continua la marcia di questo progetto, messo in moto dal Cardinal Bertone ben 12 anni fa.

Ma se i partiti politici di destra e sinistra, ancora interessati a spartirsi il famoso “voto cattolico” e a sfamare con appalti milionari le lobby palazzinare che li finanziano, votano sempre a favore, i ricorsi dei cittadini, le proteste delle associazioni ambientaliste, gli allarmi della Corte di Conti, ne hanno bloccato la corsa in fase di progettazione preliminare.

Vi ringrazio per l’attenzione e concludo segnalando che oggi se viene un infarto a Savignone purtroppo, dopo 30 chilometri, non si arriva vivi all’ospedale di Sampierdarena, l’unico rimasto a presidio del Ponente e delle vallate dell’entroterra.

Voglia il vostro spirito illuminare i nostri politici nel ristabilire le giuste priorità per la salute dei cittadini delle zone periferiche e per ristabilire il rispetto dello spirito della Duchessa di Galliera.

Vostra
Alice Salvatore

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