La vertenza

Ilva, a settembre servono tre milioni e mezzo per integrare il reddito dei lavoratori di Cornigliano

I contratti di solidarietà che saranno rinnovati avranno un valore economico inferiore. L'ipotesi è quella degli lpu a tempo pieno per circa 400 lavoratori. Le risorse? Ancora Società per Cornigliano

Ilva corteo 26/01/2016

Genova. Tre milioni e mezzo, forse qualcosa in meno ma non di molto. E’ questa la cifra che dal 1 ottobre servirà per integrare il reddito dei lavoratori dell’Ilva garantendo così l’applicazione dell’accordo di programma.

Il 30 settembre infatti scadono i contratti di solidarietà che sono stati integrati, come è sempre accaduto, dai lavori socialmente utili per garantire il mantenimento dei livelli salariali come previsto dall’accordo del 2005. Da aprile a settembre sono serviti circa 600 mila euro per integrare il reddito di 560 lavoratori portando a grandi linee il loro salario dal 70% della solidarietà al 90%. Ma ora le cose cambiano. Sì perché il rinnovo dell’ammortizzatore, sia che si tratti della ‘nuova’ solidarietà prevista dalla riforma oppure della cassa integrazione prevista per le azienda in amministrazione controllata, è sì considerato praticamente scontato, ma dal punto di vista economico avrà un valore diverso, decisamente inferiore.

Così anziché essere impiegati per una settimana al mese tra sfalcio d’erba nelle creuze, pulizia di ville, giardini e cimiteri e affiancamento ai ‘comunali’ in qualche ufficio, a questo giro i metalmeccanici dell’Ilva dovranno lavorare tutto il mese intero. Saranno un po’ meno di oggi, grazie al rientro in fabbrica conseguente alla riapertura della linea di zincatura 5. Quanti? Circa 400. E la cifra complessiva per consentire loro di mantenere il reddito annuale attuale per tutto il prossimo anni è superiore al 3 milioni di euro.

Chi tirerà fuori questi soldi? La risposta ad oggi è sempre la stessa: società per Cornigliano che fino ad oggi è stata ‘delegata’ e mettere a disposizione parte delle risorse che ricevette nell’ambito dell’accordo del 2005 per destinarle alla bonifica, proprio per integrare il reddito dei dipendenti Ilva.

Già la scorsa primavera non erano mancate le polemiche con una dura presa di posizione del vicesindaco e vicepresidente di Società per Cornigliano Stefano Bernini ma alla fine Società per Cornigliano aveva dovuto ingoiare il rospo. E questa stessa situazione sembra riprospettarsi a settembre con un conto economico però più salato.

In realtà a margine dell’incontro romano che a febbraio, dopo tre giorni di tensioni in piazza, sancì ancora una volta la validità dell’accordo di programma per l’Ilva di Cornigliano, il viceministro Teresa Bellanova parlò di un impegno del Governo per reperire risorse allo scopo di reintegrare le risorse di società per Cornigliano. Ma sembra difficile che, da qui a settembre, quest’ipotesi possa verificarsi.

E così, sempre che non ci siano problemi per il rinnovo dell’ammortizzatore in sé, si profila comunque un settembre caldo e accanto alle difficilissime vertenze Piaggio ed Ericsson, sembra probabile che in piazza scenderanno, ancora una volta, anche i lavoratori di Ilva

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