Genova. In ambienti del centrosinistra, in corsa per le elezioni genovesi del 2017, spunta un nuovo nome, quello di Luca Parodi, laureato in giurisprudenza, dirigente regionale (prima agli Affari Istituzionali e ora nel settore Cultura) e dal luglio di quest’anno membro del consiglio di amministrazione della fondazione “Magistrato di Misericordia e dell’Ospedale Galliera. La sua carriera politica fonda le basi nella DC, per poi passare ai Popolari (di cui è stato segretario provinciale), alla Margherita e ora al Pd, ma per così dire nell’area più a “sinistra”.
E proprio mentre negli ultimi giorni, in vista di un confronto pubblico durante la Festa del Pd, l’aria sembrava essersi distesa tra il candidato alle primarie per la carica di sindaco Simone Regazzoni e il segretario genovese del partito, Alessandro Terrile, ecco che spunta un nome nuovo, che potrebbe essere spinto ed appoggiato anche da una parte dell’ala più “estrema” del centrosinistra, con l’obiettivo di trovare un candidato “che unisca anziché dividere”.
Per il momento Parodi non si sbilancia, anzi, precisa che prima di fare nomi bisogna invece trovare le idee e i programmi, poi decidere chi candidare. “Ringrazio gli amici che hanno pensato a me, ma proprio noi non dobbiamo incappare nei gravi errori degli altri, che hanno portato alla sconfitta del centrosinistra in molti Comuni liguri e non solo – dichiara Luca Parodi – Dopo l’incarico ricevuto a luglio dal cardinale, d’ora in poi nel mio tempo libero mi occuperò della mia Chiesa e per il momento penso solo a questo, visto che ho anche un lavoro. Poi, da qua ai prossimi mesi non so cosa succederà, ma in ogni caso prima dobbiamo ragionare su un programma capace di far innamorare gli elettori, partendo anche dal ragionamento su un’alleanza che guardi a sinistra”.
Per Parodi le scelte messe in atto dal Partito Democratico hanno portato solamente a prendere facciate contro i muri. “Partendo da Paita e Battaglia, ma anche guardando altrove, le sconfitte sono state molteplici e sempre perché prima si sono scelti i nomi senza avere programmi concreti alle spalle – conclude – Serve una coalizione che ragioni sulla creazione di un filo rosso che unisca la città e rimetta insieme i pezzi del nostro mondo, che adesso sono stati demoliti a picconate”.
Per il momento, quindi, Parodi non parla assolutamente di una sua candidatura, ma sembra che siano già in molti a sperarlo.