Occhi sul governo

Ericsson, il giorno della verità: “Serve proroga, poi via al tavolo mai nato”

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Roma. Occhi puntati sul Governo per la vicenda Ericsson. Il vertice di oggi, alle 12, al Ministero del Lavoro a Roma, è l’ultimo atto di una spinosa vertenza che vede in ballo il futuro di 147 lavoratori genovesi a rischio licenziamento, dopo la dichiarazione di esubero da parte della multinazionale svedese.

Oggi scade il tempo per la procedura di licenziamento collettivo e potenzialmente, già da domani, potrebbero partire le lettere. “Oggi chiediamo una proroga, è il minimo – spiega il segretario Slc Cgil, Fabio Allegretti, già a Roma – è una boccata di ossigeno per cercare di costruire qualcosa di diverso”. E qui servirà un intervento deciso del Governo, che arrivati a questo punto, deve dare la svolta. “Giocare un ruolo che finora non ha mai voluto giocare”, sottolinea Allegretti.

Dopo l’annuncio di Ericsson, Genova ha risposto con cinquanta ore di sciopero, una grande mobilitazione pubblica, diverse volte per le strade della città, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e senza però la risposta attesa: un tavolo da cui far partire la trattativa.

“Ci abbiamo provato, abbiamo fatto battaglie, ora cerchiamo di portare a casa un tavolo che non c’è mai stato. Non sarà semplice ma ci aspettiamo una disponibilità da parte dell’azienda di rivedere la sua posizione. Prendere tempo e ripristinare il tavolo al Mise, mai nato, e dove, per la prima volta, si possa fare un ragionamento, non solo sui licenziamenti ma a più ampio raggio, sul piano industriale”.

Oggi, quindi, potrebbe essere il giorno della svolta. “Speriamo che il Ministero dia il suo contributo e il governo intervenga per convincere Ericsson a ragionare diversamente, con gli investimenti importanti ricevuti sarebbe davvero un paradosso- conclude Allegretti – si fa business e si licenzia, e proprio su ricerca e sviluppo, il cuore di Erzelli”.

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