Genova. Sulla questione degli ungulati in città interviene il portavoce dei Verdi Angelo Spanò. Ecco il suo intervento che riceviamo e pubblichiamo integralmente.
Per la gioia della lobby caccia/armi, da parecchi lustri, politici di centro sinistra e di centro destra, cercano inutilmente di risolvere il problema dei cinghiali, ad oggi nessun risultato, anzi questa specie é in costante aumento.
Però non andata cosi male per i politici, visto e considerato che per questo non decidere a sfavore dei seguaci della dea Diana, sono stati premiati a son di voti, praticamente si sono avvalsi della “legge”non scritta: tira più il voto di un cacciatore che cento buoi.
Cari politici, sempre in nome e per conto di “san scranno” avete permesso, che sino agli anni 80/90, si introducessero gli ungulati e oggi gli agricoltori pagano le conseguenze di queste scelte scriteriate.Senza contare che nel 2005, la Provincia di Genova (Assessora Briano), presentò delle iniziative scientifiche, che furono messe in campo, intese a realizzare un progetto finalizzato all’introduzione dei caprioli nel parco dell’Aveto, caprioli che oggi, non conoscendo i confini del parco, hanno prolificato e si sono propagati in tutto il levante, creando seri problemi alle coltivazioni.
Dopo queste doverose premesse, desidero rivolgermi a tutti quelli che accusano gli animalisti di volere tutelare gli animali, a loro dico, basta volerlo, in primis, come suggerisce il WWF, occorre togliere la gestione degli ungulati ai cacciatori e affidarla a persone esperte, inoltre ci sono metodi alternativi per ridurre la specie, come quello di alimentarli (sulle alture), non con del granturco e pane secco, come fanno alcune squadre di cacciatori, bensì con del mangime antifecondativo, state pur certi che nel giro di pochi anni non avremo più cinghiali che invadono le città e le campagne, peccato che questa mia proposta vada a scontrarsi contro l’interesse dei cacciatori, i quali a volte traggono benefici economici, vendendo queste carni ai ristoranti/trattorie del nostro entroterra.
Altra questione che chiedono inascoltati gli animalisti, è quella dei fantomatici centri per il recupero fauna selvatica in difficoltà, l’Assessore Regionale Mai, dal suo insediamento aveva promesso che li avrebbe istituti, promesse da “marinaio” oggi, solo grazie all’Enpa ne è stato aperto uno a Campomorone, mentre sarebbe estremamente importante aprirne uno nella provincia della Spezia, ricordo all’Assessore Mai che queste persone sono costrette, loro malgrado a doversi fare carico ( a loro spese), degli animali feriti. Mi chiedo se anche l’Assessore Mai é sensibile solo al richiamo dei seguaci della dea Diana e non considera la voce di chi vorrebbe curare la fauna in difficoltà ?