Genova. Un anno fa la chiusura dell’anagrafe dopo il maxi furto di carte di identità, poi quella della biblioteca Piersantelli. Dopo il trasferimento del municipio e della polizia municipale nello storico edificio di via Pastorino sono rimasti il museo della Montagna del Cai e quello della resistenza. La settimana scorsa però un pezzo dello stemma che sovrasta il portone è venuto giù con tanto di intervento dei vigili del fuoco, transennamento dell’area e chiusura dell’accesso ai locali.
La situazione di degrado in cui versa l’edificio è evidente a tutti e nel quartiere sta suscitando qualche malumore: “So che ci sono state lamentele – dice Iole Murruni, presidente del Municipio Valpolcevera – ma purtroppo noi dobbiamo fare i conti con le risorse e dare delle priorità che per noi solo le scuole”. Tanto per avere un’idea: “Quest’anno abbiamo a disposizione per le manutenzioni 681 mila euro e solo per le scuole ce ne sarebbero serviti 700 mila” dice laconica la presidente. “In ogni caso, visto che per fortuna solo di un problema limitato allo stemma i nostri uffici sono già al lavoro e a settembre l’edificio tornerà praticabile”.
Sempre a settembre dopo l’assegnazione del bando per la biblioteca Piersantelli che è stato assegnato all’Auser, i cui volontari hanno seguito un corso di formazione e hanno cominciato a riavviare il prestito, faremo una bella inaugurazione della nuova gestione della biblioteca.
L’anagrafe invece, non solo non tornerà più in via Pastorino, ma probabilmente per ora gli abitanti di Bolzaneto dovranno continuare a recarsi negli uffici di Rivarolo o in quelli di Pontedecimo: “Dopo il furto – spiega Murruni – abbiamo fatto un preventivo per capire quanto ci sarebbe costato rendere la sede più sicura e il costo era troppo elevato. Abbiamo anche individuato una nuova sede possibile all’interno di Villa Carrega, ma oggi quello che manca è il personale con i dipendenti pubblici che vanno in pensione e non vengono sostituiti. E’ un problema che riguarda gli uffici di tutta la città ma mentre per la biblioteca siano riusciti a trovare una soluzione grazie al volontariato, in questo caso non è possibile visto che si tratta di funzionari civili”.