Riforma

Uil: “Alisa? Idea di Sanità monodiretta targata Viale”

ospedale lavagna asl4

Liguria. “Al termine dell’ambizioso crono-programma previsto dal libro bianco, l’assessore Viale ha prodotto A.Li.Sa, l’azienda territoriale che non c’era. Un nuovo organismo, una nuova voce di bilancio tra i costi: è una vergogna. A circa un anno dall’elezione del presidente Toti e dell’insediamento della nuova Giunta regionale, la Uil esprime un parere sul primo atto di modifica del sistema sanitario regionale. La giunta Toti, su iniziativa dell’assessore Viale, ha voluto affrontare il tema salute con la cosiddetta strategia della condivisione responsabile. Ne è nato un libro bianco di dati che ha definito un percorso partecipativo di modifica attraverso l’ascolto, non udito. In questa partita il sindacato e le altre parti sociali sono state coinvolte solo apparentemente”. Giudizio critico sulla nuova riforma della sanità da parte di Lella Trotta, segretario confederale Uil Genova e Liguria.

“Tuttavia, le confederazioni e le categorie con i tecnici dell’ARS e dipartimento salute si sono attivati per far valere le opportune considerazioni, sempre dalla parte dei cittadini e dei lavoratori, condividendo un documento sulla qualità della salute. Tanta fatica sprecata: come rappresentanti di lavoratori e cittadini avremmo potuto dare una grossa mano per migliorare il rapporto tra cittadini e servizi. Quindi abbiamo appreso cose risapute: di essere la regione più vecchia d’Italia, con la più bassa natalità, con una buona aspettativa di vita. La Regione ha verbalmente accettato il documento condiviso, traducendolo in una slide. L’assessore ci ha spiegato, come se non lo sapessimo, che in Liguria ci sono liste d’attesa chilometriche e che la staticità finanziaria nazionale non metterà la nostra regione al sicuro. Come Uil abbiamo provato a rappresentare le ragioni del lavoro, non solo in termini rivendicativi, ma badando alla responsabilità generale del diritto alla salute. Dal canto della Regione, sono state espresse solo poche scelte gestionali, sottovalutazione dei problemi, risposte “burocratiche” che non colpiscono solo il lavoratore nel proprio diritto ma anche il cittadino. Il presidente Toti all’avvio del percorso del libro bianco parlò di “alleanza tra meriti e bisogni”. In questa sintesi c’è molto del nostro pensiero”.

“Tuttavia, leggendo il disegno di legge regionale di A.Li.Sa, non ci è stato trasmesso questo spirito. Piuttosto, Viale ci ha esposto un prodotto che ci è parso già confezionato per il ricorrente richiamo ad altre esperienze gestionali come unico obiettivo da conseguire. Secondo il testo, restano sul terreno le attuali ASL territoriali, l’Irccs San Martino, l’Evangelico, il Gaslini e il Galliera ma di fatto decerebrate ed esautorate; fatto che non risolve gli enormi problemi presenti all’interno di queste strutture. E poi, si sa, l’erba del vicino è sempre più verde, ovvero: la Liguria copierà, comunque sia, l’operato delle Regioni vicine nella sua nuova organizzazione dei servizi socio sanitari. Alla ribalta, quindi, il modello Frankenstein con un pezzo di Lombardia e uno di Veneto e così via. Con l’invarianza di fondi, che potrebbero ancora ridursi, si sta promuovendo una trasformazione che a breve produrrà costi. Nel frattempo si danno consulenze inspiegabili, ad esempio ad una società di Gallarate o “collaborazioni” per la stesura di impianti legislativi. Ed è in questo contesto che nasce A.Li.Sa, l’azienda territoriale che non c’era e che sorge per scongiurare le riforme costituzionali in agguato che prevedono il passaggio del comparto salute allo Stato, lasciando, di fatto, alle Regioni residuali spazi dialettici. Appaiono, invece, elusi i temi dell’organizzazione e il concorsone regionale annunciato e non fatto per OSS e infermieri e ancora l’ ospedale di distretto o di comunità, l’infermiere di famiglia, l’assegnazione delle risorse aggiuntive regionali al personale, l’integrazione socio sanitaria”.

“Rimangono irrisolti davvero troppi nodi: dalle relazioni sindacali alla titolarità della contrattazione regionale alla scelta del CCNL sanitario in una azienda che non eroga salute ma la governa. La scelta di creare una nuova azienda, anziché ridurne il numero, come previsto dalla vigente normativa, appare curiosa ma diventa preoccupante quando si dota la stessa di autonomia nell’assunzione di personale, quando, con l’accentramento di funzioni, il rischio di creare esuberi di personale nelle AA.SS.LL. deve essere scongiurato. Ma il punto più pesante è l’affidamento di circa 80% delle risorse della Regione alla gestione di “un uomo solo al comando” di A.Li.Sa, che agirà di concerto con l’assessore. Di fatto si esautora il Consiglio Regionale, si elimina il ruolo programmatorio delle Conferenze dei Sindaci che rimarranno spettatori non più coinvolti se non attraverso le AA.SS.LL. che non avranno, di fatto nessun potere se non nominale. Alla luce di quanto sopra espresso, la UIL crede che l’assessore Viale debba rivedere l’attuale testo del ddl regionale, utilizzando davvero il percorso partecipativo con le OO.SS. e le parti sociali di cui, fino ad oggi, non ha tenuto conto”.

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