E’ durato quasi 4 ore l’interrogatorio davanti al pm dell’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, ai domiciliari da 10 giorni nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Genova sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in consiglio comunale. L’appuntamento è stato sospeso perché Sanguineti non si è sentito in grado di proseguire. Al termine, il suo avvocato Alessandro Sacca ha detto che l’ex sindaco “sta chiarendo serenamente la sua posizione respingendo le accuse”.
Per gli inquirenti, i politici avrebbero fatto favori ai clan in cambio dell’appoggio elettorale, consentendo la gestione illecita della raccolta dei rifiuti e coprendo l’attività abusiva di chi aveva chioschi sul lungomare. “Mai fatto favori a nessuno – ha detto Sanguineti – e non sapevo che quelli fossero collegati alla criminalità organizzata. Dicevo che li avrei aiutati ma solo per togliermeli dai piedi. Poi si rivolgevano tutti a Gabriella Mondello e al vicesindaco Luigi Barbieri e io non sapevo nulla di quanto stessero facendo”.
Con Sanguineti sono ai domiciliari l’ex parlamentare Udc Gabriella Mondello e il consigliere comunale Massimo Talerico; in carcere i presunti boss della famiglia Rodà-Casile: Paolo, Francesco e Antonio Nucera e Francesco e Francesco Antonio Rodà. Le accuse sono associazione a delinquere di stampo mafioso, abuso d’ufficio, voto di scambio, usura, droga e porto abusivo d’armi.