Il Salone Nautico resta a Genova ma, per adesso, ci sono certezze solo sui prossimi due anni. A spiegarlo il Presidente di Ucina, Confindustria Nautica, De Maria, che ha sottolineato come la scelta di Genova, per quanto sia una delle migliori opzioni, non può comunque essere una scelta immutabile. “Manterremo questo salone fino a quando non ci sarà un’alternativa che lo supererà – ha spiegato De Maria ricordando, tra l’altro, studi dell’Università di Genova e della Bocconi – non credo sarà così facile migliorarlo”.
Per far rinascere il salone, comunque, sarà necessaria l’unità di intenti con le istituzioni. Regione, Camera di Commercio e Comune stanno mettendo a punto una newco che permetterà di gestire questa fase. “Siamo pronti a dare vita a una società a maggioranza pubblica – ha spiegato il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – che possa fare sintesi tra i molti litigi ma anche le molte capacità e professionalità del mondo della nautica. Una cosa è certa, il salone di Genova ha una storia è una tradizione groppo importante perché qualche polemica la getti alle ortiche, e questo non lo consentiamo a nessuno”.
Una newco che sarà aperta, se lo vorranno, anche alle aziende che hanno aderito a nautica italiana, lo ha detto chiaramente De Maria, e lo ha ribadito il presidente Toti, che ha, però, messo paletti ben precisi. “Ma chi vuole fare del Nautico il teatro di una battaglia di categoria – continua Toti – e’ fuori luogo e fuori tempo. La politica in questa città è in questa regione ha fatto tutto ciò che poteva, non posso dire altrettanto dei produttori che hanno mostrato troppo egocentrismo”.
Il riferimento, ovviamente, è alla polemica con gli operatori che hanno lasciato Ucina e che hanno già fatto sapere che non saranno a Genova. La presidente ha ricordato un primo episodio, alla vigilia della sua elezione, quando alcune aziende uscirono da Ucina “perché il loro candidato non aveva possibilità di essere eletto. L’ho considerato – sottolinea De Maria – un segno di disprezzo della democrazia rappresentativa. È’ successo la stessa cosa qualche giorno fa quando Confinduastria si è espressa sulla rappresentatività del settore e, dopo aver fatto le comparazioni, ha confermato Ucina. A distanza di meno di 24 ore queste aziende hanno lasciato Confindustria, e questo è il disprezzo delle regole del buon diritto.
Ma le polemiche non servono a nulla, ha spiegato De Maria che ha voluto partire dai numeri che dimostrano i segnali di un trend di crescita di tutto il comparto. “Questo sarà un buon salone, con dati positivi e un mercato che ci aiuta. Abbiamo attraversato una crisi profonda ma il trend è cambiato già nel 2015, con un aumento del 12% e nel 2016 con l’ulteriore crescita stimata nel 7,5%. A questo si aggiunge una crescita di 50 milioni nei leasing stipulati a valle del salone 2015, attorno al 44% nei primi mesi 2016 e un incremento del 26% del valore medio dei contratti. E poi la ricchezza che il salone di Genova rappresenta per il territorio. Un valore stimato, secondo uno studio della Bocconi, di uno a 10, una ricaduta di 10 euro per ogni euro investito.