Legambiente

Ecomafia, Liguria “regina” del Nord Italia per reati ambientali

90 solo a Genova. Peggio di noi solo il sud Italia, anche se il numero totale degli illeciti diminuisce

Discarica abusiva sequestrata

Anno dopo anno la Liguria è sempre lì, nelle posizioni di testa delle classifiche di Ecomafia. L’edizione 2016 del rapporto esamina quanto avvenuto lo scorso anno nella nostra regione e, purtroppo, non porta con sé particolari sorprese. Nel quadro plumbeo almeno un dato è però positivo: gli illeciti ambientali calano di numero, nel 2015 sono stati 1.144, portandoci all’ottavo posto tra le regioni italiane, secondi solo ai territori del sud Italia.

Parziale consolazione, visto che nel ciclo dei rifiuti Genova è la prima tra le quattro province (e dodicesima a livello nazionale) con 90 infrazioni accertate seguita da Savona con 36, La Spezia 20 e Imperia 29. Classifica inversa per le attività illecite legate al ciclo del cemento, dove a primeggiare è la provincia di Imperia con 84 infrazioni, seguita da Savona, 67, Genova 55 e La Spezia 31.

“Nonostante ci sia stata una diminuzione degli illeciti ambientali – commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – su questi temi non possiamo abbassare la guardia, considerato che la prima metà del 2016 ha presentato diversi casi preoccupanti di condotta illecita a danno dell’ambiente e della nostra comunità. Oggi grazie alla Legge sugli Ecoreati la magistratura ha un’arma importante, che acquisirebbe maggiore efficacia con il rafforzamento delle forze dell’ordine a tutela dell’ambiente: solo garantendo un elevata qualità e quantità dei controlli si potranno arginare questi fenomeni”.

“Anche quest’anno il Rapporto Ecomafia – conclude Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – ci racconta il brutto dell’Italia, segnata ancora da tante illegalità ambientali, ma in questa edizione 2016 leggiamo alcuni fenomeni interessanti che lasciano ben sperare. Dati e numeri, in parte in flessione, che dimostrano quali effetti può innescare un impianto normativo più efficace e robusto come i nuovi ecoreati, in grado di aiutare soprattutto la prevenzione oltreché la repressione dei fenomeni criminali. La prevenzione è la moneta buona che scaccia quella cattiva: è necessario creare lavoro, filoni di sviluppo economico e produttivo nei territori più a rischio, sostenere le centinaia e centinaia di cooperative e di imprese, che anche nel sud stanno cercando di invertire la rotta, puntando su qualità ambientale e legalità”.

“E nel prevenire le ecomafie, oltre all’impegno dei territori e dei singoli cittadini, è importante una presenza costante dello Stato che deve essere credibile e dare risposte sempre più ferme, perché quando lo Stato è assente la criminalità organizzata avanza con facilità invadendo i territori, l’ambiente e le comunità locali. Quando invece lo Stato è presente, difficilmente gli ecomafiosi possono rubare e uccidere il nostro futuro”.

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