Rapallo. Da qualche giorno della nuova Chiesa di Sant’Anna a Rapallo, che sarà inaugurata ufficialmente nei prossimi giorni, stanno iniziando a suonare. Per questo motivo Andrea Carannante (Pcl), anche a nome di molti abitanti del quartiere, ha scritto ad Arpal e Asl 4 per chiedere una verifica. “Esistendo una normativa di riferimento (la legge quadro 447/95), in attuazione della quale sono stati emanati regolamenti attuativi a livello regionale, provinciale e comunale, chiediamo di verificare la legittimità di tali suoni in centro città, in zona densamente abitata, vista la massima della Sentenza della Corte di Cassazione, sez. I, n. 2316/1998”, spiega.
Nella sentenza si legge quanto segue: “Il rumore prodotto dal suono delle campane di una chiesa, mentre al di fuori del collegamento con funzioni liturgiche può dar luogo al reato previsto dall’art. 659 c.p. non diversamente da quello prodotto da qualsiasi altro strumento sonoro, nell’ambito delle funzioni liturgiche — la cui regolamentazione, nel vigente diritto concordatario, è riconosciuta alla Chiesa cattolica — integra il predetto reato solo in presenza di circostanze di fatto che comportino il superamento della soglia della normale tollerabilità e in assenza di specifiche disposizioni emanate dall’autorità ecclesiastica intese a recepire tradizioni e consuetudini atte a meglio identificare, in relazione alla non continuità del suono e al suo collegamento con particolari ‘momenti forti’ della vita della Chiesa, il limite della normale tollerabilità”.
Da qui la richiesta. “Se è controversa la materia in merito al suono prodotto nell’ambito dell’attività liturgica, non lo è quella relativa al rintocco delle ore: ricade nell’ambito dell’inquinamento acustico ed è un diritto chiedere la riduzione del suono prodotto all’interno dei limiti massimi consentiti, qualora fossero superati”, termina Carannante.
La questione era già stata sollevata lo scorso ottobre, quando fu inviata una lettera aperta alla Curia e al sindaco di Rapallo per chiedere apertamente, a nome di molti cittadini firmatari della petizione contro la costruzione della chiesa, di non istallare un impianto campanario in mezzo alle case. A maggio, però, le campane sono arrivate e subito era seguita una nota del Pcl di Carannante, che annunciava una vigilanza costante da quel momento in poi.
Sulla “questione campane” esiste anche un precedente a Lavagna. A settembre dell’anno scorso, infatti, i giudici d’appello di Genova hanno condannato il parroco della chiesa Madonna del Carmine di Lavagna a risarcire 18 mila euro (i magistrati di primo grado ne avevano stabilito 60 mila) ad una vicina, assistita dagli avvocati Giuseppe e Laura Buffa, che per quasi trent’anni ha subito il suono delle campane ogni giorno e a tutte le ore.