Genova. Il deficit di Arte tutta colpa della giunta Burlando. La bordata, a sorpresa, arriva dallo stesso partito dell’ex presidente della Regione Liguria, dal vice sindaco di Genova, Stefano Bernini che chiede un esame di coscienza al centro sinistra sulla scelta “scellerata” delle cartolarizzazioni del patrimonio della Asl. Un’operazione del valore di 111 milioni di euro fortemente voluta dalla giunta regionale precedente che, per alleggerire i debiti della sanità, aveva acquisito immobili come l’ex ospedale psichiatrico di Quarto contraendo mutui bancari per i quali Arte paga ogni anno centinaia di migliaia di euro.
Il momento dell’autocritica arriva in occasione della conferenza stampa indetta dal Comune di Genova per rispondere alle accuse di Arte e della Regione Liguria, che avevano parlato di un debito contratto da Palazzo Tursi di circa 5 milioni di euro. Una richiesta che era stata formalizzata con una lettera, inviata da Arte al comune di Genova e che parlava di 3 milioni di euro di disavanzo dal 2011 al 2014, stimati in 4,8 milioni per i due anni successivi. “Riteniamo che il debito che la regione ci imputa non sia dovuto – sottolinea l’assessore al welfare, Emanuela Fracassi – Arte ha, infatti, accumulato un disavanzo di circa 5 milioni di euro per la gestione dei 4mila alloggi comunali”
La convenzione prevede che con i canoni si coprano i costi, manutenzione straordinaria compresa e, nonostante questo, il Comune e’ intervenuto con circa 15 milioni di euro. “Abbiamo fatto manutenzioni straordinarie di routine, principalmente per impianti, dagli ascensori al riscaldamento. Stiamo cercando di mettere altri finanziamenti ma la Regione deve fare la sua parte entrando in un ottica di politica abitativa finanziando l’edilizia pubblica, finanziando il fondo di garanzia per i contratti, quello sul sostegno locazione e sulla morosità incolpevole”.
Adesso l’ipotesi messa in campo dal comune è quella di chiedere di poter tornare a gestire le oltre 4mila case di proprietà. “O si riescono a vendere i 110 milioni di immobili che sono stati trasferiti su Arte, senza che siano destinati a case popolari – prosegue Bernini – oppure si trovano soluzioni alternative e almeno per quanto riguarda le unità abitative del Comune di Genova sarebbe il caso di tornarle a gestire autonomamente, sgravando quindi Arte da questi costi. Serve una gestione diretta anche perché noi non abbiamo nemmeno la possibilità di nominare un consigliere di amministrazione, che possa dare controllo sul bilancio e su come sono gestite le risorse”.
leggi anche

Degrado delle case popolari, Scajola incontra i comitati e scrive ad Arte: “Si intervenga subito”
Arte, Rossetti a Pellerano: “Solo 110 le case popolari che saranno vendute per essere ristrutturate”
