Verso le comunali

Tra endorsement e autocandidature il Pd cerca (e non trova) il nome unitario e vincente per Tursi

Il rischio è una nuova guerra con le primarie. Si cerca una figura della società civile, ma difficile che qualcuno sia pronto a rischiare

genova cortile palazzo tursi

Genova. E’ vero, manca ancora quasi un anno, ma tra endorsement, autocandidature più o meno esplicite e voci di corridoio, la notizia al momento è che il Pd un nome vincente da tirar fuori dal cappello per le prossime amministrative ancora non ce l’ha. E questo sembra essere un problema perché, al di là del fatto che il sindaco Doria deve ancora sciogliere il nodo sulla sua ricandidatura, i democratici sono alla disperata ricerca di un candidato unitario, visto che l’alternativa sarebbero e saranno le primarie, agguerrite e affollate, con il rischio concreto che le divisioni facciano perdere, dopo la Regione anche palazzo Tursi, dove il centro sinistra governa dai tempi di Cerofolini.

Non che al momento il centro destra sia messo meglio (l’unico candidato “di bandiera” al momento è il vicepresidente del consiglio Stefano Balleari) e anche il M5S ha poco da sorridere visto lo scontro, ultimamente sottobraccio ma sempre pronto a esplodere, tra i gruppo in Regione e quello di Tursi che rappresentano di fatto due modelli di movimento difficilmente conciliabili. Ma quello che rischia di più è ovviamente quello che era a Genova il primo partito e che tra un anno rischia di trovarsi dopo decenni all’opposizione.

I nomi che circolano sono più o meno sempre i soliti e per questo rischiano di perdere appeal ancora prima di cominciare la corsa. Sono quelli del consigliere regionale ed ex assessore Pippo Rossetti, quello del vicesindaco Stefano Bernini e quello dell’assessore allo sviluppo Economico Emanuele Piazza. Su quest’ultimo qualcuno avrebbe visto un endorsement nientemeno che del ministro della Difesa Roberta Pinotti che ieri in un’intervista ha parlato di una “svolta generazionale” per le prossime comunali. Piazza non dispiace e si sta facendo notare parecchio facendo un po’ da anello di congiunzione tra la giunta e il mondo imprenditoriale, ma per molti il suo nome non sarebbe abbassa noto ai genovesi. La candidatura di Piazza, poi, farebbe scattare immediatamente la controcandidatura del vicesindaco Stefano Bernini che però non conta molti amici nel partito e se può contare su un bagaglio di voti nel suo municipio, non sarebbe ben visto per esempio in Valpolcevera e sul centro Ovest.

L’ex assessore al Bilancio della Regione Liguria Rossetti non si può dire che non ci stia facendo un pensierino ma indiscrezioni dicono che sarebbe più tentato dalle politiche o, in seconda battuta, dall’atterrare a Roma come Senatore dopo la riforma costituzionale. Nella parte più a destra del Pd Simone Regazzoni continua la sua battaglia “contro il Novecento” rappresentato dal segretario Terrile (anagraficamente più giovane, fra l’altro) e sembra intenzionato ad andare fino in fondo. Come dire, se primarie saranno, difficilmente ne vorrà restare fuori. Per la parte ‘cuperliana’ pare che anche il deputato ed ex segretario prima dei Ds e poi del Pd Mario Tullo abbia dato una disponibilità. Ma appunto, ognuno di questi nomi significherebbe guerra totale nel partito e primarie all’ultimo voto. Proprio quello che in molti vorrebbero evitare.

E così la caccia al candidato della società civile, che possa mettere magari miracolosamente insieme il centro sinistra, è aperta. Luca Borzani continua a negarsi: c’è chi dice che è troppo presto e mai darebbe una disponibilità prima di un no di Doria a un ricandidatura, e chi pensa che il no arriverà comune anche dopo. L’alternativa sarebbe un imprenditore o manager, da Ariel dello Strologo (che però ha già il suo bel da fare tra Porto Antico e Fiera). Il sogno di qualcuno è Roberto Cingolani, ma il direttore dell’Iit che piace molto al ministro Pinotti, oltre ad avere la ‘pecca’ di essere stato nominato dal centro-destra, dovrà gestire tutta la partirà dell’Iit all’Expo e nessuno riuscirebbe a convincerlo a buttarsi nella mischia con il rischio di perdere. Discorso che vale anche per altri nomi che potrebbero piacere al centro sinistra: difficile al momento individuare qualcuno così motivato, e convinto di vincere, da rischiare.

Intanto nel toto nomi si inserisce anche quello del nuovo segretario regionale. Il congresso dovrebbe tenersi a novembre, dopo il referendum, in contemporanea con quello nazionale. In questo caso lo scontro potrebbe essere tra due ‘giovani’: il renziano Alberto Pandolfo (consigliere comunale e stretto collaboratore del ministro Pinotti) e il consigliere regionale ed segretario del Pd del Tigullio Luca Garibaldi.

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