Dopo la batosta

Pd, Orlando: “In Liguria nodi politici irrisolti”. E a Genova questionari in piazza per valutare il partito e la giunta Doria

andrea orlando

Genova. “Che Savona fosse una realtà contesa è un dato non nuovo visto che è una città dove in passato il centro destra, a differenza che a Genova o a La Spezia, aveva vinto”. Detto questo “c’è un dato che non abbiamo ancora risolto che è quello su cui dovremo riflettere e che ci viene dalle elezioni regionali dello scorso anno: non aver fatto i conti fino in fondo con quelle elezioni e non essere riusciti ad allargare le alleanze sia dal punto di vista politico che sociale ci mette tutti quanti in una situazione di grande difficoltà. Per questo occorre una seria riflessione su quel dato prescindendo da questioni personalistiche e dagli schieramenti interni, ma guardando la realtà nei suoi numeri e nei sui dati oggettivi”.

A parlare è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che a margine di un incontro organizzato a Genova dal suo partito in tema di referendum costituzionale, commenta la sconfitta a Savona e guarda al futuro del partito ligure, più che mai spaccato a un anno dal commissariamento, con comprensibile preoccupazione: “Bisogna ringraziare il commissario Ermini per il lavoro difficile svolto fino qua per cercare di tenere per quanto possibile un clima sereno, ma ormai non la risolviamo più con il clima. Ci sono dei nodi politici che devono essere sciolti”.

Nodi che riguardano indubbiamente le alleanze ma sopratutto il rapporto con gli elettori. Per questo il Pd genovese ha deciso di tornare nelle piazze. Lo farà per un lungo week end – la data è ancora da decidere – coinvolgendo i rappresentanti del partito ai vari livelli che si dislocheranno nei quartieri con tanto di questionari. “Chiederemo agli elettori quali sono secondo loro le priorità per la città – ma anche un giudizio sull’operato del Pd e dell’amministrazione Doria”, spiega Terrile. Le domande saranno decise nei prossimi giorni, ma il senso è chiaro: mettersi in discussione “anche a costo di prenderci degli insulti”.

I risultati dei questionari saranno poi analizzati pubblicamente alla prossima Festa del partito che si svolgerà dal 26 agosto all’11 settembre. E saranno per forza di cose il punto di partenza per stilare il programma per le prossime amministrative. E perché no, per decidere se fare o no le primarie, che al momento rischiano di essere la scelta peggiore.

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