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“Italiano anch’io”, le voci dell’immigrazione nella nuova mostra al Muma fotogallery

Ci sono gli oggetti simbolici, a partire da una delle carrette del mare, ma sopratutto ci sono le voci, che raccontano le storie

Genova. Ci sono gli oggetti simbolici, a partire da una delle “carrette del mare” su cui vengono affrontati i viaggi disperati verso il territorio italiano, ci sono i regali che le persone coinvolte nel progetto hanno voluto donare al museo, le immagini e gli schermi multimediali, attraverso i quali ripercorrere la “timeline” di una storia iniziata nel 1973 quando, per la prima volta, si inverti la tendenza tra immigrati e emigrati, ma sopratutto ci sono le voci, che raccontano le storie. È proprio attraverso le voci che si snoda “italiano anch’io. L’immigrazione nell’Italia che cambia”, il percorso, suddiviso in otto sezioni, del nuovo allestimento permanente all’interno del padiglione Mem, Memoria e migrazioni, del Galata Museo del mare.

“Noi vogliamo stare sul presente e sul futuro ricordando il passato – ha sottolineato Maria Paola Profumo, Presidente del Muma – e il nostro museo può diventare un vero mediatore culturale. Attraverso le nostre sale ci si può riconoscere nella storia dei nostri migranti di otto e novecento è così possiamo capire meglio i migranti di oggi e far cadere qualche muro che rende la vita più difficile a questi cittadini”. Un modo nuovo di vedere questa nostra storia, a tratti dolorosa, ma anche un’occasione seria di riflessione.

“In questa mostra abbiamo voluto dare la parola, sopratutto, agli stranieri – spiega Pierangelo Campodonico, direttore del Muma – partendo dalla storia dell’immigrazione in Italia. Una storia di fatica e di dolore che inizia nel 1973 e che ha coinvolto gran parte della nostra nazione. In una ventina di anni l’incremento è stato molto consistente e queste persone hanno coperto buchi, lavorativi e demografici, della nostra società. Era importante ricostruire questi passaggi riconoscendo che queste persone non devono essere più chiamate stranieri. Da qui il nome della mostra permanente Italiano anch’io”.

Un nuovo allestimento che offre una visione innovativa del fenomeno dell’immigrazione con una forte finalità educativa, sopratutto nei confronti di giovani e giovanissimi. “Abbiamo voluto investire su questa mostra – ha dichiarato Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo – perchè l’argomento è molto di attualità e pensiamo che affrontarlo con un’iniziativa culturale di questo tipo potesse essere l’approccio migliore. È questo è, sicuramente, un tema di grande interesse nella nostra politica sociale allargata”. Un approccio condiviso anche dall’assessore alla cultura del Comune di Genova, Carla Sibilla, che ha sottolineato come “Il museo civico più visitato della città che si rinnova con dati emozionali e coinvolgenti sul fenomeno principale del nostro secolo. Un’opportunità per un paese che ha bisogno di forza nuova e dove i giovani, anche attraverso questo allestimento, possono vedere questo tema in maniera innovativa”.

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