Genova. Novembre 2017 è la data prevista per l’avvio dei cantieri della Gronda autostradale di Genova, secondo il progetto definitivo dell’opera consegnato da Autostrade SpA al Ministero delle Infrastrutture il 26 aprile scorso. Il costo dell’opera è di 3,26 miliardi che potrebbero essere finanziati, secondo Autostrade, o con un aumento del 15% dei pedaggi su tutta la rete nazionale o con l’allungamento di 7 anni della concessione unito a un aumento del 4% dei pedaggi.
Prese fra l’incudine di un allungamento delle concessioni che si presenta quantomeno controverso sul piano normativo e il martello dell’aumento dei pedaggi, le categorie economiche genovesi e la Camera di Commercio temono che la proposta di Autostrade apra le porte all’ennesimo rinvio dei lavori.
Dopo la grande mobilitazione del 2009/10 – quanto la Camera e le associazioni diedero vita al Gruppo Gronda di Genova che lanciò la campagna “Il lavoro e l’economia ci credono” in occasione del dibattito pubblico sull’opera – seguita da cinque anni di sostanziale inerzia, la Camera di Commercio e le associazioni di categoria lanciano compatte un appello alle istituzioni, al governo e a tutti i decisori coinvolti affinché il cronoprogramma sia rispettato e i lavori partano davvero nel novembre 2017.
A sostegno di questo appello, la Camera di Commercio mette sul tavolo uno studio realizzato da Uniontrasporti, società del sistema camerale, che fa il punto sullo sviluppo del complesso iter realizzativo dell’opera, analizza il contesto normativo italiano e comunitario (con particolare riferimento all’esperienza francese delle mini-proroghe) e definisce il perimetro della compatibilità della proposte Autostrade di allungare la concessione, in particolare sotto il profilo del necessario rispetto della concorrenza. Fra le ipotesi alternative, Uniontrasporti prospetta quella del ricorso al project financing, e in particolare allo strumento del project bond, l’obbligazione di scopo già sperimentata con successo nel caso del Passante di Mestre.
“Il nostro territorio paga da anni il prezzo dell’isolamento stradale, ferroviario e aereo – ha commentato Paolo Odone in conferenza stampa, affiancato dai colleghi di giunta Filippo Dellepiane (ANCE), Marco Novella (Confitarma) e Giulio Schenone (Federagenti) e dal direttore di Confesercenti Andrea Dameri – unito all’enorme costo ambientale, socio-economico e sanitario derivante dal nostro triste primato di nodo autostradale più congestionato d’Italia. Un costo, quello del non fare, che 7 anni fa avevamo stimato in 570 milioni l’anno, il che vuol dire che in 6 anni abbiamo già speso 3,42 miliardi, più del costo dell’opera. Ora siamo a un punto di non ritorno: se, come speriamo, il polo logistico metropolitano genovese dovesse raggiungere i livelli di traffico preventivati, sarebbe la paralisi totale.”
Tutte le associazioni rappresentate dalla Camera di Commercio di Genova chiedono dunque al governo e alle altre istituzioni coinvolte di scongiurare questo rischio liberando Genova dall’isolamento e garantendo il rispetto delle tempistiche previste dal progetto definitivo della Gronda di Genova.