Genova. “L’emergenza Amiu è ormai sotto gli occhi di tutti: una Tari sempre più cara, 1600 lavoratori in conclamata difficoltà e in agitazione, una discarica con un mutuo trentennale, comprensivo di costi giornalieri esorbitanti relativi allo smaltimento dei rifiuti e conferimento degli stessi fuori regione, che pagheranno i cittadini”.
E’ il j’accuse lanciato oggi dai sindacati confederali contro “le istituzioni che hanno affrontato questa situazione con provvedimenti ordinari e insostenibili”.
“Le istituzioni devono governare, affrontare i problemi e proporre soluzioni – scrivono in una nota congiunta Ivano Bosco, segretario generale Camera del Lavoro di Genova, Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Genova, Lella Trotta, segretario confederale Uil Genova e Liguria – Purtroppo utilizzano le difficoltà della città per evidenziare le responsabilità altrui e fare campagna elettorale permanente: dopo le elezioni regionali ci sarà il rinnovo del comune di Genova e nel frattempo ci si potrà eventualmente posizionare per il referendum costituzionale. Nel frattempo uno dei tanti problemi della città genovese sono i rifiuti e la sua gestione che stanno diventando, appunto, palestra elettorale”.
“Non bastano gli interventi della magistratura – avvertono – c’è bisogno del contributo di tutti per evitare il anche rischio infiltrazioni malavitose”. Le organizzazioni sindacali rivendicano sostenibilità, sviluppo e occupazione anche attraverso lo sciopero per il rinnovo del contratto collettivo dell’igiene ambientale.
“Il servizio è a totale copertura economica dei cittadini attraverso la tariffa dei rifiuti; lucrare passa attraverso lo sfruttamento e la mancata retribuzione dei lavoratori, ma anche attraverso l’oscura gestione della spazzatura che procura degrado ambientale – spiegano – la situazione di Amiu deve essere sostenuta attraverso un contratto di servizio che comprenda la totalità dell’intero ciclo e non vada in scadenza tra soli 4 anni. Queste sono regole che si possono applicare in situazioni di ordinaria gestione con un ciclo integrato e consolidato e soprattutto senza un mutuo oneroso come quello necessario per la bonifica di Scarpino 1 e Scarpino 2. Queste condizioni sono per noi imprescindibili. Le stiamo chiedendo agli enti coinvolti: Regione Liguria, Città Metropolitana e Comune di Genova. Sono già state create in situazioni altrettanto straordinarie nel nostro territorio, ad esempio nella città della Spezia – concludono – Oggi non avrebbe senso non prendere in considerazione una soluzione meno onerosa e utile per riportare tutto il territorio ligure a una normale e moderna gestione dei rifiuti. Forse potrebbe essere una delle iniziative che darebbe ai cittadini un po’ di fiducia verso le istituzioni e la politica”.