Genova. Dopo decenni di degrado la facciata delle storiche fonderie di Multedo sta per tornare all’antico splendore (o quasi) e ospiterà una parte commerciale con alcuni negozi sul lato strada, arricchita da nuove alberature e il rifacimento del marciapiede e dentro la parte produttiva e logistica di Mondo Convenienza. Un magazzino insomma da dove i mobili saranno imballati e spediti ai clienti di Genova e della Liguria. Poco dietro attaccato alle arcate ci sarà il nuovo edificio di Esaote (circa 4 mila metri quadri) dove torneranno ad essere realizzate le risonanze magnetiche.
Poco più in là un altro edificio sarà demolito e ricostruito. Lì Talea, il braccio immobiliare di Coop Liguria, che è proprietaria anche delle ex fonderie e di quasi tutta l’area, realizzerà uno spazio commerciale non alimentare.
Accanto sorgeranno altri edifici per medie superfici di vendita. “In contemporanea a questa seconda parte dell’operazione il Comune di Genova ha chiesto e ottenuto come onere di urbanizzazione di realizzare la viabilità di collegamento con posteggio d’interscambio per la futura fermata della metropolitana di superficie” spiega il vicesindaco di Genova Stefano Bernini.
Su via Multedo intanto sorgerà una nuova rotatoria “per smistare il traffico tra l’arteria principale, il nuovo complesso commerciale e la via che porta a villa Gavotti”.
I tempi di realizzazione di tutta la maxi operazione sono lunghi e non definibili,ma alcune parti hanno già le loro scadenze. Il primo edificio ad essere realizzato sarà quello di Esaote (in questi giorni sono al lavoro le ruspe per abbattere l’edificio fatiscente che sarà realizzato da zero) che dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno.
Poi entro la primavera del 2017 le ex fonderie, su cui procedono i lavori di “restauro e risanamento conservativo” (l’edificio, realizzato nel 1917 è tutelato dalle Belle Arti) come si vede dalle immagini, tra impalcature e nuovi intonaci. E il magazzino di Mondo Convenienza (“non è uno spazio di vendita, perché la destinazione d’uso è produttiva” ricorda Bernini), dopo la rinuncia di Toshiba, che pure un paio d’anni fa sembrava interessata all’area, consente quantomeno di ridare dignità visiva a un edificio storico.